Presidio degli autoconvocati davanti alla sede della Cgil per protestare contro la firma dell’accordo sui contratti da parte della confederazione di Corso Italia. Una protesta rivolta al direttivo straordinario della Cgil in corso e convocato per validare l’intesa del 28 giugno scorso. «Una vergogna, siamo incazzati. Non possiamo permettere di far cancellare con un tratto di penna le lotte di questi anni», dicono i rappresentanti degli autoconvocati, che hanno raccolto circa 200 firme tra le maggiori Rsu, dalla Marcegaglia a Milano alla Piaggio di Pontedera, dalla Brembo di Bergamo allo stabilimento di Cassino e Mirafiori, dalla Ferrari a Fincantieri Marghera. Una dura critica ribadita nello striscione che campeggia davanti all’ingresso di Corso d’Italia, «no al nuovo Patto sociale», e nello slogan scelto, «no al Patto di resa finale, il sindacato non si deve suicidare». «Chiediamo un referendum tra tutti i lavoratori perchè questo accordo accetta di fatto il modello Marchionne, regala a Cisl e Uil una vittoria senza precedenti, impone le deroghe ai contratti nazionali e vincola i salari a parametri decisi unilateralmente dalle aziende», spiega il portavoce degli autoconvocati Nando Simeone della Filcams Cgil. Intanto è iniziata la riunione del direttivo straordinario Cgil nel quale la Fiom chiederà alla confederazione di sospendere la firma dell’accordo in attesa della consultazione degli iscritti.
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