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Milano: ferrovieri in piazza contro la ‘Repubblica dei banchieri’

Ci vogliono tenere fino a 67 anni ai treni senza tenere conto che quasi nessuno di noi ci arriverà in condizioni di salute adeguate. Anche i ferrovieri partecipano all’appuntamento del 31 marzo a Mlano indetto dal Comitato ‘No debito’ contro la politica dell’austerità, del debito e dei sacrifici imposti dalla riforma Monti-Fornero. Il corteo, che partirà simbolicamente dall’università Bocconi, si concluderà di fronte alla sede della borsa italiana. Per noi ferrovieri, inoltre, vi è un ulteriore motivo di indignazione e di protesta:

il gravissimo attacco alle pensioni, con l’aumento improvviso di 9 anni dell’età pensionabile dal primo gennaio 2012, stabilito con provvedimenti che hanno smantellato il sistema pensionistico che riconosceva la particolare natura delle mansioni di macchinista, capotreno e manovratore senza alcuna misura di attenutazione ed armonizzazione. Il Governo Monti, incarnazione di uno dei governi “tecnici” più autoritari e antipopolari visto negli ultimi anni, esecutore delle misure “lacrime e sangue” imposte da gruppi finanziari, banche e speculatori, continua con la linea dura lanciando l’ennesima offensiva contro i lavoratori con il tentativo di introdurre, tra le misure contenute nelle riforme del mercato del lavoro, il cosiddetto “licenziamento economico”, che di fatto cancella le tutele garantite dall’Art.18. Il governo Monti, e i partiti che l’appoggiano, stanno tentando di istituzionalizzare le misure già introdotte dal piano Marchionne, che fa carta straccia dei diritti dei lavoratori, del CCNL e del principio di rappresentanza sindacale all’interno delle fabbriche. Misure imposte con il pretesto di uscire dalla crisi in cui sono coinvolti ormai (quasi) tutti i settori dell’economia.

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