In tempo di crisi non si butta via niente: per le festività pasquali metà delle famiglie italiane ha modificato le proprie abitudini in cucina, facendo più attenzione agli acquisti, ma soprattutto riciclando gli avanzi.
Lo afferma la Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale la nuova attitudine anti-spreco ha permesso di salvare dalla pattumiera il 15% (pari a 530 milioni di euro) della spesa alimentare complessiva del lungo week end festivo.
Gli ottimisti a oltranza potrevvero vedervi un fenomeno positivo: in Italia ogni anno vengono buttate fino a 20 milioni di tonnellate di cibo, pari a 37 miliardi di euro, circa il 3% del Pil. Uno spreco che raggiunge il suo apice durante le feste, quando, secondo la Cia, si arriva a gettare nella spazzatura fino ad un terzo del cibo acquistato, in particolare latticini, uova e carne (43%), pane (22%), frutta e verdura (19%), pasta (4%) e dolci (3%).
Ma non ci sembra che questi comportamenti “virtuosi” siano stimolato da un presa di coscienza collettiva. Solo dal portafoglio. Vuoto.
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