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Ancora intimidazioni mafiose all’Alfa di Arese

Gravissimi atti di intimidazione contro i licenziati e lo Slai Cobas.

GLI OPERAI ALFA: “NON CI FATE PAURA”
Questa mattina )lunedì 29 aprile, ndr), appena entrati all’interno dell’Alfa Romeo di Arese, gli operai licenziati 26 mesi fa da Innova Service, arrivati alla sede del Consiglio di Fabbrica e dello Slai Cobas, si sono trovati davanti a una scena agghiacciante di distruzione e saccheggio. Le porte sono state scardinate; Il pavimento dell’atrio di ingresso è cosparso di detriti e di fogli di documenti buttati per terra; La sala mensa, ove da 26 mesi gli operai Alfa Romeo licenziati da Innova Service consumano il pasto, è in gran parte distrutta: porta e vetri spaccati, microonde preso a randellate, frigorifero buttato dalla finestra, ecc.. Dal salone del CdF sono spariti striscioni, riquadri della vecchia Alfa e manifesti giganti sulle ruberie, sugli sperperi e sulla mega speculazione miliardaria fatta sull’area dell’Alfa Romeo;
Qualcuno ha anche fatto una puntatina nelle due sale ove ci sono i computer dello Slai Cobas e quelli del CAAF, come a far capire che possono fare di tutto come e quando vogliono. Sul posto si sono recati in mattinata i CC di Arese. Questo gravissimo atto di intimidazione è solo l’ultimo di una lunga serie. Sette mesi fa, ad esempio, è stato tagliato un cavo da 20mila volt sul tetto del Consiglio di Fabbrica.
Da allora lo Slai Cobas è senza corrente elettrica (viene usato un generatore di fortuna) e per tutto l’inverno non ha funzionato il riscaldamento. L’Alfa Romeo è super sorvegliata da decine di servizi di vigilanza (e anche segreti). Nessuno si è accorto di nulla?
I proprietari dell’area dell’Alfa, con l’ok delle istituzioni (Regione, provincia e comuni), stanno iniziando a buttar giù quanto resta dei capannoni dell’Alfa per fare il più grande centro commerciale d’Europa e una nuova città con villette per 4mila abitanti. E i licenziati e lo Slai Cobas sono solo un intralcio per gli affari di Lorsignori. Le forze politiche del comune di Arese -come anche quelle di Garbagnate, Lainate e Rho- fanno finta di essere contro le speculazioni ma tutte, nessuna esclusa, si riparano dietro il “lavoro sporco” fatto dalla commissaria di Arese la quale ha dato l’ok alla mega speculazione dei proprietari bipartisan dell’area di 2milioni e 350mila mq dell’Alfa (Legacoop, Unipol, Brunelli, IntesaSanpaolo, Compagnia delle Opere, Acli_Cisl).
E ora all’Alfa è intervenuto anche lo Stato il quale, attraverso una società della Cassa Depositi e Prestiti (CdP) di Bassanini, ha comprato il 20% (aumentabile a breve al 49%) della FINIPER e di Canova 2007, le finanziarie di Brunelli (Iper e Unes), proprietario con Euromilano di tutta l’Alfa Romeo. Sono di intralcio alla megaspeculazione sull’area dell’Alfa:
1.gli operai licenziati da Innova Service (da 26 mesi sono in presidio alla portineria sud ovest, sono senza alcun ammortizzatore sociale e, ultima beffa, devono restituire all’Inps 12mila euro a testa),
2.gli ultimi 100 cassintegrati Fiat e i lavoratori delle ditte collegate a Fiat (mensa, pulizie, posta, ecc..),
3.alcune centinaia di lavoratori supersfruttati delle cooperative che lavorano in aziende “non compatibili” con mega Iper e villette. All’Alfa Romeo di Arese c’è posto per mafia e ‘ndrangheta ma non per gli ex operai dell’Alfa.
MA LO SLAI COBAS E I LICENZIATI NON MOLLANO !
Basta speculazioni sull’area dell’Alfa Romeo di Arese ! Lavoro ad Arese per licenziati, cassintegrati e giovani della zona!
Arese, 29 aprile 2013
Slai Cobas Alfa Romeo

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