Sull’argomento del referendum possibile su euro e trattati europei inoltriamo la seguente dichiarazione di Franco Russo, ex parlamentare, esperto di problemi istituzionali alla luce dei trattati comunitari.
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Non siamo più di fronte al tradizionale deficit democratico che da sempre mina l’UE. Dopo l’avvio del Semestre europeo che ha sottratto ai parlamenti il potere di decidere i bilanci pubblici, dopo il Fiscal Compact che obbliga al pareggio di bilancio e al risanamento del debito pubblico in venti anni, siamo di fronte a una concentrazione del potere decisionale nella Troika europea: Consiglio europeo, Commissione, e BCE.
Nell’Unione europea domina un’oligarchia, che ha di fatto cancellato la stessa democrazia parlamentare.
Si pone la questione di chi ha deciso questo trasferimento dei poteri, e si pone la questione di chi decide nell’UE.
Occorre che sull’Unione Europea, sui suoi Trattati, sui poteri, accentrati a Bruxelles e a Francoforte per imporre le politiche di austerità, siano chiamati a decidere i cittadini.
In Italia, si sostiene, è impossibile tenere un referendum popolare a causa delle disposizioni dell’art. 75 della Costituzione, però si può ben varare un referendum di indirizzo sull’Unione europea, sulle sue procedure decisionali e sulle sue politiche come quello che si tenne nel 1989.
Se si vuole si può indire con legge costituzionale un referendum per far pronunciare i cittadini sull’Unione europea. Solo con la partecipazione, con la decisione democratica è possibile battere il populismo della destra che cavalca strumentalmente l’antieuropeismo, causato dalle politiche di austerità.
Ross@, con il Comitato No Debito, si mobiliterà fin dai prossimi giorni per elaborare una proposta di legge che, nel rispetto del dettato costituzionale, permetta lo svolgimento, insieme con le elezioni europee del 2014, di un referendum di indirizzo sull’Unione europea.
Franco Russo
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