Menu

Ferrara. Manifestazione contro chiusura ospedale di Comacchio

Continuano in diverse città le mobilitazioni popolari contro i tagli alla sanità e le chiusure degli ospedali.
“L’ospedale non si tocca”, con questo slogan i manifestanti sono arrivati da Comacchio in largo Castello a Ferrara per protestare a difesa dell’ospedale San Camillo in occasione della conferenza socio sanitaria in Provincia.
In piazza anche il sindaco di Comacchio Marco Fabbri. L’amministrazione comunale in un documento esprime una forte critica verso la riorganizzazione ospedaliera decisa a livello regionale e avanza alcune richieste come il “rinvio della votazione relativamente al piano strategico di riorganizzazione, qualificazione e sostenibilità della sanità ferrarese periodo 2013-2016” – e minaccia di abbandonare la conferenza in caso di esito negativo. E’ stato chiesto anche un incontro con il presidente della Regione Vasco Errani e con la dirigenza dell’Azienda Usl “per discutere l’eventuale rinegoziazione degli accordi del 2001/2006 considerato il reale e più volte confermato interesse da parte dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) dell’Emilia Romagna a intervenire direttamente nella gestione del San Camillo”. “Vogliamo che ci lascino l’ospedale, il nostro territorio ne ha bisogno e sono 13 anni che lottiamo” affermano con rabbia le ‘donne della Consulta popolare per la salvaguardia del San Camillo di Comacchio’. “È ora di tagliare in cima alla piramide dove stanno i dirigenti che intascano svariati milioni di euro e non solo nei servizi per le persone” – denuncia uno dei manifestanti – “prima hanno speso tanti milioni di euro per la ristrutturazione dell’ospedale e adesso ce lo portano via così?”. In piazza c’è anche Manrico Mezzogori che dieci giorni fa si era incatenato per protesta davanti al municipio di Comacchio per protestare contro la chiusura dell’ospedale: “Si sta realizzando un golpe sanitario organizzato fin nei minimi dettagli e già pronto dal 13 maggio. Noi non riconosciamo questa conferenza sociosanitaria e andremo avanti con le armi che abbiamo. Non si chiude un ospedale da 400-500mila prestazioni sanitarie all’anno per favorire la struttura sanitaria di Cona e i suoi posti letto in eccedenza”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *