A giugno di quest’anno 51 persone ricevevano altrettanti avvisi di fine indagine con la contestazione di diversi reati per l’occupazione a Forlì del MaceriA occupato e del GiardinOccupato nonché per diverse manifestazioni contro lo sgombero del MaceriA ed altre antifasciste.
Per 4 di questi compagni il Questore, Salvatore Sanna, emise i ben noti fogli di via dal comune di Forlì.
A due mesi di distanza, ad agosto, i 4 fogli di via, con buona pace del Questore, sono stati tutti sospesi: 3 dal Prefetto di Forlì ed 1 dal TAR dell’Emilia-Romagna.
Per i 3 sospesi dal Prefetto la motivazione è che il periodo di tre anni di allontanamento sarebbe troppo lungo e “pesante” rispetto alle accuse contestate (la partecipazione a manifestazioni autorizzate e non), con ciò non rispettando il criterio di proporzionalità.
É più facile credere, guardando oltre le motivazioni ufficiali, che la mobilitazione pubblica contro i fogli di via abbia sortito qualche effetto. Fin da subito, infatti, le iniziative organizzate dai compagni dei colpiti contro questi provvedimenti fascisti (e che palesano la natura autoritaria anche della signora democrazia) si sono susseguite in città, ottenendo il risultato di spezzare la logica dell’isolamento a cui mirava (e sempre mira) la repressione questurina e statale.
Quel che è certo è che l’episodio rappresenta certamente un raro precedente.
Per quanto riguarda invece il quarto foglio di via, quello sospeso dal TAR, la motivazione del Tribunale Amministrativo dell’Emilia Romagna è quello di “carenza motivazionale”. In pratica, il TAR mette in dubbio l’accertamento da parte della Questura della pericolosità sociale.
Quest’ultimo foglio di via, lo ricordiamo, è quello che interessava un compagno che al momento della notifica dello stesso era già residente a Forlì, da qui quindi l’assurdità di voler allontanare una persona dalla città in cui abita solamente perché anarchico e attivo nelle lotte.
A fine gennaio il TAR prenderà la decisione definitiva. Intanto l’avvocatura dello Stato, che difende l’operato della Questura di Forlì, con sue memorie presentate al TAR sta tentando di sollecitare i giudici a eliminare una supposta “indulgenza” ed “impunità” di cui – viene scritto – il compagno e i gruppi “radicali” godrebbero, anche per colpa, si dice testualmente nella memoria stessa (delirante quanto esilarante da capo a coda!), della “non particolare solerzia con cui una parte della magistratura persegue determinati reati”. Se volevamo un’altra prova della natura politica di questi provvedimenti, eccola qua!
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