C’è chi pensa che quello della casa sia una questione lontana dalla propria quotidianità; c’è chi deliberatamente la ignora, chi politicamente la cavalca per propri fini elettorali (per allargare i propri bacini clientelari), chi pensa di affrontarla in termini caritatevoli e misericordiosi, attraverso progetti cooperativistici.
C’è chi invece quello della casa lo vive come un problema quotidiano.
Di fronte all’avanzare della crisi è sempre maggiore il numero delle persone che si sono viste pignorare la casa della banca (per non essere riuscito a saldare la rata di un mutuo), chi si è visto sfrattare dalla propria abitazione dalla polizia e abbandonato in mezzo alla strada per l’impossibilità a pagare l’affitto, chi proprio l’affitto non riesce a mantenerlo perchè impegnerebbe più di metà del proprio salario o perchè è senza alcuna forma di reddito o assistenza sociale. Questa è la drammatica quotidianeità di centinaia di migliaia di persone in tutta italia. Anche su Cosenza quello abitativo è ormai un problema che non può passare inosservato, ma che le istituzioni deliberatamente sottovalutano o ignorano.
L’accampata di oggi, si inserisce nel percorso politico di Prendocasa, (rete locale del movimento nazionale ABITARE NELLA CRISI), il comitato di lotta che, ormai da anni opera sull’area urbana di cosenza affrontando il problema abitativo attraverso picchetti antisfratto, e l’occupazione di immobili in disuso. Di fronte alla sordità del Governo Renzi che alla piazza del 19 ottobre, quella di “una sola grande opera: casa e reddito per tutti”, risponde con un piano casa a favore di palazzinari ed immobiliaristi e con una stretta repressiva sulle occupazioni “abusive”. Alla paventata minaccia di sgombero dell’occupazione di Viale della Repubblica, Prendocasa rilancia sull’emergenza abitativa chiamando in causa anche il Prefetto affinchè convochi con urgenza un tavolo con le amministrazioni locali e regionali per il blocco immediato di sfratti e sgomberi.
Sul territorio urbano esistono decine di palazzi appositamente lasciati vuoti, e che se solo si volesse potrebbero essere facilmente impiegati come case-parcheggio per tamponare l’emergenza e il problema abitativo di tante persone in vista di una soluzione stabile del problema casa.
E invece nelle irrazionali scelte politiche dei “nostri amministratori” si lasciano criminalmente abbandonanti al degrado e al disuso, facili appetiti dei ricchi palazzinari e signori del mattone mentre magari si concedono nuove concessioni o sovvenzioni edilizie per costruirne di nuovi.
È ora che le istituzioni si rendano conto che esistono migliaia di persone: lavoratori, precari, disoccupati, migranti che vivono il problema dell’alloggio in maniera drammatica. Persone costrette a vivere in macchina, sotto i ponti, in tuguri e scantinati perchè impossibilitate a far fronte agli affitti-rapina dei palazzinari di questa città. E’ ora che le istituzioni diano risposta alle famiglie che da venti anni aspettano invano risposta per l’assegnazione di una casa popolare. È ora che si dia mano ad una seria politica di edilizia popolare, attraverso la costruzione di nuovi alloggi popolari, la requisizione degli immobili sfitti, la riconversione di quelli pubblici in residenze popolari. Basta con le concessioni edilizie ai padroni del cemento e del mattone, basta con le false promesse.
Ribaltiamo precarietà ed austerità. Riprendiamoci ciò che ci spetta.
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