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San Donà (VE). Ventiquattro gattopardi compromettono la sanità pubblica

Il consiglio comunale straordinario, del 24 marzo a San Donà, verrà ricordato per essere l’espressione più cristallina del “gattopardismo” dei partiti che governano questo paese. Ne Il Gattopardo la sentenza di Tancredi “Tutto deve cambiare per non cambiare nulla” è stata fatta propria da ognuno dei 24 consiglieri comunali, in totale subordinazione ai vertici regionali della sanità. Le trasformazioni subite negli anni dalla sanità locale, sembrano aver adattato le forze politiche, alle vicissitudini dei dirigenti regionali. Così basta il ricatto del Bramezza di turno, per far genuflettere i 24 consiglieri comunali pur di conservare privilegi di antica data.

Apparentemente cambiano i governi, ma non si modificano le gerarchie a cui risponde la politica. Con la decisione all’unanimità, i 24 gattopardi, pensano di aver difeso la sanità locale e invece hanno solo rafforzato il prestigio e il potere del direttore generale che avrà le mani libere per compiere lo smembramento dei servizi dell’asl10 in attesa di un’ unico ospedale.

Il nuovo edificio ospedaliero che si vuole” ovviamente”  costruire a San Donà così come ciascun sindaco lo vorrà costruire sul proprio comune  sarà  inutile per un sistema sanitario che andrà riorganizzato partendo innanzitutto dalla capacità attrattiva e dalla indiscussa professionalità delle equipe mediche. Esso sarà invece 

un “ ottimo affare” per i  costruttori; ancora una volta si sceglie la “via edilizia” per uscire dalla crisi economica in cui versa il settore del mattone e dove la speculazione entrerà a gamba tesa come sta avvenendo in altre parti del Paese e del Veneto stesso; un nuovo debito da far pagare ai cittadini con la riduzione delle prestazioni o un maggior costo dei servizi. Un film già visto insomma!!

Sconcerta   sapere che il diritto alla salute sarà  subappaltato alle convenienze private e alle logiche di mercato, con l’avvallo di tutte le forze politiche unite.

Il frutto della mediazione tra maggioranza e opposizione, infatti, è l’intuizione condivisa del sito in cui costruire il nuovo complesso: il business della lobby del mattone ha il colore delle “larghe intese”!

Nessuno ha sollevato alcuna  obiezione sulla condotta del governo regionale, che ci impone il tema della revisione della spesa, la deregolamentazione del welfare e la progressiva delega alla gestione della cosa pubblica;,l’ospedale unico viene spacciato come un sistema vantaggioso  che non ha basi di evidenza scientifica ed ha prodotto fallimenti concreti quando è stato realizzato in project financing.

Non sarà di certo la delibera di accettazione dell’ospedale unico che fermerà l’attuazione della spending review tanto invocata dai Governi di turno, per continuare a smantellare il servizio sanitario pubblico, mentre è sotto gli occhi di tutti quanto la carenza di personale e il taglio di ospedali e posti letto costringa a lunghe attese e mandi in sofferenza l’intero sistema sociosanitario. 

Con la progressiva dequalificazione degli ospedali di San Donà e Portogruaro, molti cittadini si rivolgeranno altrove, con milioni di euro di  rimborsi alle altre asl. I costi enormi dell’ospedale unico nel veneto orientale ridurranno ulteriormente i servizi di base già pesantemente inadeguati e i posti letto; i servizi essenziali saranno gestiti dai privati e il risultato sarà un declassamento generale a struttura di secondo ordine. 

* comunisti del Veneto Orientale

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