La Palestina è sotto attacco e non possiamo restare a guardare!
Giorno dopo giorno aumentano le violenze perpetrate nei confronti del popolo palestinese da parte dallo stato d’Israele, che a seguito del ritrovamento dei corpi dei tre coloni, scomparsi il 12 giugno scorso, sta mettendo in atto una feroce rappresaglia, una “punizione collettiva” bombardando giornalmente la Striscia di Gaza e assaltando la Cisgiordania.
Più di 600 palestinesi sono stati arrestati dalle truppe israeliane in oltre 1000 incursioni contro abitazioni, scuole, associazioni, università e altre istituzioni.10 palestinesi sono stati uccisi, trai quali Mohammed Abu Khdeir, un ragazzo di 16 anni, rapito dai coloni e dato alle fiamme ancora vivo; di lui non sentiremo parlare ai telegiornali, né assisteremo ad alcun funerale in diretta, d’altronde si sa, i morti palestinesi non fanno notizia. Questi morti sono invisibili per la comunità internazione, la quale si è indignata per il rapimento dei tre coloni-soldati e invece non muove un dito di fronte alle quotidiane vittime palestinesi, al sequestro di minori (nei primi mesi del 2014, 740 minorenni palestinesi sono stati sequestrati dall’esercito israeliano), al muro della vergogna, alla distruzione di case e alla tortura.
Gli USA e l’UE hanno fatto finta di non sentire il grido di libertà dei prigionieri amministrativi che con dignità e coraggio, a rischio della loro stessa vita hanno fatto 63 giorni di sciopero della fame, per chiedere la fine di questa pratica illegale, a causa della quale centinaia di palestinesi vengono arrestati senza accusa né processo. Anzi, con un gesto sprezzante e assurdo, mentre i buldozzer israeliani demolivano l’ennesime abitazioni palestinesi, lo stesso stato sionista che occupa illegalmente il territorio palestinese da 66 anni, veniva eletto vice-presidente della quarta commissione delle Nazioni Unite (Politiche speciali e Decolonizzazione), ossia di un organismo che ha lo scopo di affermare e garantire il diritto dei popoli all’autodeterminazione e all’indipendenza, un diritto costantemente negato ai palestinesi
Il silenzio è complicità e noi non vogliamo essere complici della pulizia etnica che ogni dannato giorno viene portata avanti da Israele nei confronti del popolo palestinese.
ROMPIAMO IL SILENZIO, SOSTENIAMO LA PALESTINA!!
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