CAUSA “”I TAGLI””, GRAVI DIFFICOLTA’ Per I Più Fragili I Più Deboli I Più Poveri
Handicap e malattie impediscono agli ammalati di recarsi in farmacia per acquistare i farmaci, anche quelli con prescrizione medica.
In tutta Italia l’incremento di malati in condizione di povertà sanitaria è del +33% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un +22% al centro-nord e un +11% al sud e nelle isole.
Secondo il campione di oltre 50.000 persone che nel 2013 ha preso parte ai pellegrinaggi U.N.I.T.A.L.S.I. o che sono entrati i contatto con l’associazione risulta anche che i farmaci più richiesti sono quelli per le malattie del sistema cardiovascolare 24%, quelle del tessuto connettivo 17%, quelle neurologiche 13 %, quelle endocrine metaboliche 9 % e quelle psichiatriche con il 9 %. L’età dei disabili e dei malati che hanno bisogno dei medicinali sono per il 20% oltre gli 80 anni, il 27 % tra i 70 e i 79 anni, il 14% tra i 55 e i 64 anni, il 7,5% tra i 35 e i 44 anni e il 2 % tra i 15 e i 24 anni. Tra questi il 33% sono maschi e il 67% femmine. (fonte unitalsi.info)
I tagli effettuati al Sistema Sanitario Nazionale (SSN), 24 miliardi di € dal 2010 al 2014, la conferma del blocco delle assunzioni con la legge di stabilità del 2014, la riduzione di spesa sull’acquisto di beni e servizi (pulizie, sterilizzazioni, mense, e servizi esternalizzati) previsti per la copertura del “bonus Renzi”, stanno facendo pagare sempre più i costi della crisi alle fasce più deboli della popolazione e ai lavoratori.
In un momento di forte cambiamento per la Sanità Nazionale il rischio di avere un “sistema salute” a due velocità è concreto e la Regione Toscana già da tempo lo sta sperimentando. Infatti continua a praticare tagli, privatizzazioni, centralizzazioni, chiusure di servizi, distretti e piccoli ospedali addirittura attraverso Delibere di Giunta, come ad esempio la 1235, e non con un PSSIR discusso e approvato dal Consiglio regionale. La scelta della Regione Toscana di affidare consistenti fette di sanità alle strutture private e al volontariato, tramite l’accordo di collaborazione del 2013, può spingere l’utente a prestazioni consumistiche indotte da chi ne trae profitto determinando, quindi da parte della Regione, un rimborso inappropriato.
La Regione Toscana ha iniziato dal 1997 un programma di “deospedalizzazione” che si è tradotto in pratica in una riduzione dei posti-letto negli ospedali pubblici, in particolare nei quattro nuovi ospedali di Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara, abbassando a 2,5 lo standard previsto dalla legge nazionale “Balduzzi” di 3,7 p.l. per mille abitanti, senza prevedere adeguati presidi territoriali e ospedalieri per riabilitazione e post-acuto, scaricando di fatto il peso dell’assistenza socio-sanitaria sulle famiglie o costringendole a ricorrere a strutture private. Sta inoltre chiudendo o riducendo i servizi dei piccoli ospedali nelle sedi più disagiate, come la montagna Pistoiese, il Mugello, l’Amiata, la Garfagnana e la Lunigiana. Anche in questo caso senza un incremento compensatorio o addirittura con una riduzione dei servizi territoriali.
Leggi: http://www.vita.it/welfare/poverta/unitalsi-e-banco-farmaceutico-alleati-contro-la-povert-sanitaria.html
Comitato 21 Marzo
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