“Un immane spreco di risorse pubbliche”. Il movimento No Tav torna in piazza, a Torino, sabato prossimo. Lo fa dopo un lungo periodo di assenza e una forte ondata di repressione che ha visto tra l’altro una megacondanna a un secolo e mezzo di carcere per circa cinquanta militanti.
L’ultimo appello alla protesta coincide con la presentazione all’Ue di un “progetto che non c’è”. Il termine ultimo sarà il 26 febbraio,sempre che il Cipe approvi. In un documento di otto pagine (più un allegato di 30) che sarà inviato al premier Renzi e ai ministri di Trasporti, Ambiente ed Economia, il presidente dell’Unione dei Comuni della Valsusa, Sandro Plano, ritiene la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità “un delirio progettuale” A nome dei sindaci della Val Susa, che il 21 saranno presenti in massa, invita il Governo a “fare come per il ponte di Messina, fermando l’opera. Prima di aggravare la situazione, visto che il 26 febbraio scade il termine per presentare il progetto definitivo alla Ue”.”Il documento – hanno spiegato nei giorni scorsi in conferenza stampa a Torino Plano e alcuni amministratori, ambientalisti ed esponenti tecnici del Movimento No Tav – illustra gravi problematiche relative alle procedure. La legge prevede che il progetto che il Cipe intende approvare sia accompagnato dal cronoprogramma e dalla stima certificata dei costi dell’opera, incluso il tratto francese. Ma tutto questo non c’é‚ o è molto carente. La Francia è in ritardo con la progettazione, in questa fase una valutazione corretta non è possibile. Senza contare che il Cipe aveva precedentemente approvato il progetto preliminare con 222 prescrizioni, ma molte risultano non ottemperate”.
Copia dei documenti – hanno annunciato – sarà inviata anche alla Corte dei Conti, che secondo gli esponenti No Tav e ambientalisti “potrebbe avere qualcosa da dire su un’opera della quale non si conosce con chiarezza il costo”. Ezio Locatelli e Fabio Panero, rispettivamente segretario provinciale di Torino e segretario regionale del Piemonte annunciano che Rifondazione Comunista-Sinistra Europea sarà in piazza con il movimento notav, e con loro anche il segretario nazionale Paolo Ferrero. “Saremo presenti – dicono Locatelli e Panero – per riaffermare la nostra opposizione alla realizzazione di un megaopera inutile, distruttiva. L’alta velocità Torino Lione è uno sperpero di risorse pubbliche a sostegno di interessi affaristici, uno sperpero tanto più spudorato in presenza di una crisi economica che viene usata per tagliare pensioni, salari, stato sociale. Una situazione semplicemente vergognosa e intollerabile: i soldi ci sono per gli speculatori, gli affaristi ma non per i servizi di cui hanno bisogno realmente i cittadini, in specie le fasce più deboli della popolazione. “Saremo presenti – dicono ancora Locatelli e Panero – per manifestare contro la riduzione del conflitto della Val Susa a pura questione di ordine pubblico, da reprimere, da demonizzare. Una strategia della repressione – ultimo atto in ordine di tempo l’assurda condanna a 148 anni di prigione di 48 notav – perseguita a tambur battente dal Governo e dai poteri dominanti nel vano tentativo di zittire una protesta che dura da oltre 25 anni. Se lo scordino, questa protesta andrà avanti fino alla vittoria. Rifondazione Comunista, come sempre, sarà al fianco del movimento di lotta della Valsusa”.
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