Le tre parabole del Muos sono state montate. Gli Usa e i loro servi in Italia e in Sicilia se ne fregano di aspettare la sentenza del Tar del 27 marzo prossimo, se ne fregano di una popolazione che da anni sta lottando per opporsi a questo MUOStro, arma di morte per i popoli che gli Usa riterranno di ostacolo ai loro
interessi imperialisti, arma di morte anche per le siciliane e i siciliani, non solo niscemesi, che ne subiranno le conseguenze sulla loro pelle e su quella dei propri figli.
Enormi sono le responsabilità politiche del Presidente della Regione che per fini elettorali si era schierato con le ragioni No Muos e poi ha revocato la sua stessa revoca accreditando il parere truccato dell’Istituto Superiore di Sanità e sconfessando le controdeduzioni dei tecnici nominati dalla stessa Regione; altrettanto gravi sono le responsabilità dei politici locali, a partire dai tanti sindaci, attivi solo per le interviste, ma assenti dalle azioni concrete di lotta. Il tempo delle chiacchiere è finito e sfidiamo ognuno/a ad assumersi le proprie responsabilità.
Dopo la grande stagione di mobilitazioni che ci ha visto protagonisti durante l’anno scorso, dai blocchi che per mesi hanno praticato la revoca dal basso dei lavori alla base, alla manifestazione che, il 9 agosto, ha registrato l’invasione di migliaia di No Muos dentro la base della morte, passando per lo sciopero cittadino del 31/5 e le occupazioni delle antenne, in questi ultimi mesi sono fioccate numerose denunce nei confronti di quanti hanno portato avanti con
determinazione questa lotta.
Se lo scopo principale di questi provvedimenti è di tentare di scoraggiare la partecipazione al movimento, il movimento stesso risponde manifestando il 22 febbraio a Caltanissetta per contestare i provvedimenti che ci vedono coinvolti e denunciare che è il Muos ad essere illegale e abusivo: dal mancato rispetto delle norme costituzionali (artt 11, 80, 87) ai lavori al Muos, iniziati ben prima
dell’ottenimento delle autorizzazioni fino alla partecipazione al cantiere di ditte sprovviste del certificato antimafia.
Con questa prospettiva, con lo spirito che ha sempre animato la nostra lotta, riteniamo sia giunto il momento per tornare nuovamente alla base di contrada Ulmo il giorno 1 Marzo.
Mai ci stancheremo di lottare, di praticare la democrazia dal basso senza delegare, di costruire movimento e conflitto perché solo così possiamo cambiare realmente le cose; per questo noi non ci sentiamo sconfitti dall’installazione delle parabole, ma entriamo in un’altra fase della lotta per la smilitarizzazione dei nostri territori. Il movimento No Muos ha creato in Sicilia, forse dai tempi della lotta contro gli euromissili a Comiso, un movimento vero, partecipato e radicale, un movimento che ha dato vita a un presidio permanente in contrada Ulmo, un movimento che ha messo in campo una lotta che non ha risparmiato nessun aspetto di pratica politica: dai ricorsi legali alle azioni dirette, dai blocchi stradali fino al sostegno solidale alle lotte dei migranti contro i centri di detenzione. Un movimento che, partendo dalla difesa e dalla salvaguardia del territorio, dell’ambiente e della salute dei siciliani, ha saputo connettersi con le lotte attive sul territorio nazionale da quelle ambientali (No Tav, No dal Molin, NoRadar, NoTriv…) a quelle per il reddito, dai diritti di cittadinanza alla difesa della scuola pubblica, dalla lotta per la casa alla difesa del lavoro.
Noi non ci fermeremo finché il Muos e le 46 antenne NRTF non saranno smantellati e finché la nostra terra, a partire dalla Sughereta, non sarà smilitarizzata per diventare una terra di pace e di accoglienza.
Rilanciamo la mobilitazione e costruiamo un grande appuntamento a Niscemi per la manifestazione del primo marzo.
Coordinamento regionale dei Comitati No Muos
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