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Melendugno. Cariche al cantiere della Tap

Ore 13. La polizia ha caricato iln forze il presidio, composto da oltre 300 persone tra attivisti, proprietari dei terreni, abitanti. Tra loro i consiglieri regionali Antonio Trevisi, Cristian Casilli e Cosimo Borraccino e il sindaco di Melendugno, Marco Potì.

Impiegate ruspe, camion e persino un elicottero. Si temevano gli "incappucciati", ma abbigliati così c'erano solo gli ulivi da espiantare…

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Scenari da Val di Susa nel Salento. Questa mattina la polizia sta intervenendo piuttosto duramente per allontanare con la forza gli attivisti che cercano di bloccare l’espianto degli ulivi e il cantiere della Tap, il gasdotto il governo ha concesso di costruire ad una multinazionale che lo importerà dall’Azerbaijan devastando però il territorio salentino.  GUARDA IL VIDEO

La Tap aveva infatti annunciato di essere pronta a riprendere già da oggi le operazioni di espianto degli ulivi. Finora quelli espiantati nel sito di stoccaggio di masseria del Capitano sono 33. E così è stato. All’alba la polizia ha cominciato ad allontanare sempre più bruscamente gli attivisti che intendevano fermare l’avvio dei lavori.

San Foca e Melendugno da giorni sono presidiati in ogni angolo da parte della polizia che ha creato un cordone attorno al cantiere per permettere lo svolgimento dei lavori. Furgoncini della Polizia blindati, poliziotti in assetto antisommossa, elicotteri in cielo per monitorare ad ampio raggio la zona. Presidiati anche i vari accessi a Melendugno lungo le principali strade dell’hinterland: offlimits per tutti.
La protesta odierna è partita dalle prime luci dell’alba, ma alcuni mezzi della Trans Adriatic Pipeline sono già operativi nel cantiere di San Foca.

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