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Il Salento militarizzato per imporre il Tap alle popolazioni

Che governo e multinazionali volessero imporre la costruzione del gasdotto Tap ad ogni costo era chiaro, ma “l’incredibile militarizzazione del territorio avvenuta negli ultimi giorni a Melendugno, non ha precedenti. O forse sì, in Val Susa ad esempio” scrive l’Osservatorio contro la Repressione. “La notizia buona”, scrive Stef Atrebil, attrice e regista che vive nel Salento, “è che nonostante la repressione gli ultimi a prendere le manganellate sono stati alcuni studenti #NoTap che sono riusciti a far annullare un convegno al rettorato di Lecce, la gente qui sta prendendo consapevolezza e sta lottando”. Come si traduce il valsusino “a sarà düra!” in salentino? Intanto i No Tav hanno già fatto pervenire il loro sostegno.

Domenica gli attivisti No Tap avevano occupato il centro di Lecce. Lunedi scorso gli studenti hanno contestato all’ateneo leccese un workshop di esponenti del governo e manager delle aziende sul Tap. Era dovuta intervenire a manganellate la polizia per fermare la contestazione.

Lunedì 20 novembre la Questura di Lecce ha emesso un secondo foglio di via nei confronti di un attivista No Tap (Francesco) con divieto di avvicinarsi al territorio di Melendugno per tre anni contestando oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. 

Francesco risiede a Lecce ed è originario di Foggia dove gli è stato imposto il rientro obbligato. Francesco ha fatto applicare le disposizioni contenute nel foglio di via e, cioè, il trasporto a carico della polizia e la presenza delle forze dell’ordine in ogni comune di transito fino a Foggia. Dopo 4 ore la polizia ha recuperato i soldi per il biglietto ferroviario. Da Lecce a Foggia vi erano forze dell’ordine in ogni stazione.

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