E’ arrivato al quarto giorno il presidio di Radio Città Aperta sotto la Regione Lazio. I redattori, i dj e gli ascoltatori si alternano giorno e notte intorno al gazebo e nel camper trasformato in studio radiofonico per trasmettere in diretta dal quartiere di Garbatella. Le trasmissioni ormai si incrociano tra la sede storica di Casalbruciato e lo studio sistemato nel camper. L’idea di avere la radio a portata di mano fa sì che intorno al presidio si vada aggregando una comunità che si ritrova non solo perchè vuole conoscere o conosce già le voci dei conduttori o dei dj, ma che si riconosce in una esperienza “battagliera” che non ha esitato a passare dalla comunicazione sociale al conflitto, con una naturalità che sta dentro il dna di una storica emittente indipendente e combattiva.
Da questa mattina poi circola una foto (in copertina) che dà l’idea della funzione di Radio Città Aperta nel suo territorio e tra i soggetti sociali che ad essa fanno riferimento. Un autobus dell’Atac ha dedicato la schermata alla lotta della radio e questa mattina i tranvieri si sono recati al presidio sotto ala Regione in occasione dello sciopero regionale della Usb, hanno firmato la petizione solidale e sono andati in diretta dallo studio-camper alternandosi con le lavoratrici delle ditte esternalizzate della sanità, con quelle degli asili nido comunali e di altre realtà lavorative.
Nella serata e nella nottata di ieri gli ascoltatori si sono affollati al presidio riempendolo di generi di conforto e solidarietà in carne ed ossa. Per domani e domenica sono previsti nuovi incontri con gli ascoltatori.
La politica si affaccia con la visita al presidio di alcuni consiglieri regionali del M5S – Silvana Denicolò e Davide Barillari – per ora gli unici che sembrano essersi presi degli impegni dentro le sedi istituzionali.
Dunque se dalle istituzioni – in questo caso Presidenza del Consiglio e della Giunta regionali – prevale ancora il silenzio sulla sorte della convenzione con la radio per la diretta dei lavori del consiglio regionale, tutt’altro spirito anima quel pezzo di città e società che sente “sua” la radio, non solo come intrattenimento per via della musica di qualità ma come strumento formativo. “La radio è stata la mia università” ha detto l’altro ieri un’ascoltatrice. “Vi seguo da quando si chiamava Radio Proletaria. E’ stato grazie alla radio che ho costituito sul mio posto di lavoro il sindacato di base” ha raccontato un altro. Un ascoltatore si è presentato con una sporta di spesa e generi alimentari che potrebbero alimentare la redazione per tutta la settimana. Si raccolgono le firme di solidarietà e a un certo punto compare anche un’altra petizione, quella dei comitati che si battono affinchè l’ex manicomio di Santa Maria della Pietà non venga svenduto ai privati, una interazione anch’essa naturale, tra una radio battagliera e il suo popolo. Se questa interazione vive nella metropoli e arriva anche sugli autobus le istituzioni faranno bene a non sottovalutare tale realtà.
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