Il calcio è una cosa seria, molto spesso più vicina alla politica di quanto si possa pensare. Questa raccolta di storie lo conferma: in ogni epoca e luogo ci sono stati calciatori che non hanno avuto paura di svelare il proprio impegno, anche fuori dal rettangolo di gioco. Da Agustin Gómez Pagola – inviato in Unione Sovietica durante la guerra civile spagnola e poi diventato agente del Kgb – al più famoso Sócrates, colonna della nazionale brasiliana degli anni Ottanta. La politica è entrata in campo attraverso gesti coraggiosi come quello di Carlos Humberto Caszely, bomber cileno che si rifiutò di stringere la mano a Pinochet, o romantici come la fuga dal calcio di “Javi” Poves, che alla notorietà ha preferito una vita in giro per il mondo; ma anche grazie a personalità insospettabili, come Vicente del Bosque, David Villa, Lilian Thuram e Vikash Dhorasoo, e tra gli italiani Cristiano Lucarelli, Damiano Tommasi, Riccardo Zampaglia, Paolo Sollier. Spaziando dal Sudamerica alla Russia, dalla Spagna all’Italia, Peinado offre una panoramica completa sui “calciatori di sinistra” attraverso il racconto delle storie e dei conflitti che hanno segnato le loro vite.
L’autore della raccolta è Enrique Peinado Moro, conosciuto semplicemente come Quique Peinado, è nato a Madrid nel 1979. Giornalista, collabora con «Papel», il domenicale di «El Mundo», e con Zapeando, trasmissione di culto del canale spagnolo La|Sexta. Grande appassionato di calcio e di pallacanestro, è autore, oltre che di “Calciatori di sinistra”, dei libri “El basket según Pepu Hernández” (2006) e “¡A las armas!” (2015).
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