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Siria. Gli Usa minacciano anche Russia e Cina

La conferenza di Parigi della coalizione Firends of Syria ha lanciato una chiara minaccia al presidente siriano Bashar al-Assad affinché “lasci il potere”: è quanto si legge nella dichiarazione finale della riunione, firmata dai paesi partecipanti. Ma il segnale più inquietante è venuto dalla parole del segreteraio di stato usa Hillary Clinton che ha minacciato Mosca e Pechino per la loro posizione non bellicista verso la Siria.

La Cina e la Russia “pagheranno un prezzo per il loro sostegno al regime siriano di Bashar al Assad” ha detto minacciosamente il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, intervenendo alla conferenza degli amici della Siria a Parigi.

‘E’ tempo di abbandonare il dittatore, abbracciare il popolo siriano, ed andare dalla parte giusta della storia” ha ribadito nel corso di una conferenza stampa all’ambasciata americana a Parigi.

”Non siamo per la militarizzazione” della crisi siriana, ha detto il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, al termine della conferenza degli Amici della Siria a Parigi. Mentre il presidente francese, Francoise Hollande, aprendo la conferenza di Parigi ha lanciato un attacco al presidente Assad che, per Hollande, se ne deve andare nell’interesse del suo paese e della pace nella regione. Rivolto alla Russia, Hollande ha chiesto sanzioni più dure contro il regime di Damasco, giudicato una minaccia per il mondo. Poco prima il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, aveva invece escluso il ricorso alla forza.

Alla minacce della Clinton non si è fatta attendere la risposta di Mosca. Il vice primo ministro Gennady Katylov ha definito quello del segretario di Stato americano un discorso “scorretto, fuori luogo”. La Russia, assieme alla Cina, ha disertato la riunione di Parigi, scegliendo di invitare a Mosca per il fine settimana altri esponenti dell’opposizione”. Al Cairo, il 3 e 4 luglio, su iniziativa della Lega Araba, c’e’ stata una lunga riunione delle forze anti Assad , ma non e’ venuta fuori nessuna posizione chiara.

Le potenze della Nato e gli Usa soprattutto, fanno esplicito riferimento al “capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che prevede di mettere a disposizione dei mezzi militari per intervenire nel caso di non rispetto da parte delal Siria di questa risoluzione”. Il richiamo al capitolo VII da parte dell’ occidente va incontro alle forze piu’ estremiste del fronte anti Assad. L’appello al capitolo VII significa anche che l’ occidente ha voltato pagina rispetto al piano di Kofi Annan, il cui mandato scade il 20 luglio.

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