Dice un lancio d’agenzia dell’Ansa di oggi:
“Ecco Jose’ ‘Pepe’ Mujica, presidente dell’Uruguay, noto come il capo di Stato ”piu’ povero al mondo” davanti alla sua “residenza”.
Il 78enne Mujica – membro del gruppo armato Tupamaros negli anni ’60, presidente dal 2010 – è noto per il suo stile di vita austero: possiede solo, a quanto pare, una vecchia Volskwagen e vive con la moglie, la senatrice Lucia Topolansky, in una piccola fattoria nei dintorni di Montevideo, dove si dedica alla floricultura.
Il presidente uruguaiano è diventato famoso anche per aver aperto le porte della residenza ufficiale ai senza tetto, come rifugio dal freddo, per il periodo invernale. Il capo di stato ha disposto che ”in caso di necessità” un’area del palazzo presidenziale Suarez y Reyes, nel quartiere Prado, sia utilizzata per ospitare i senza fissa dimora. Il 24 maggio una madre col suo bambino sono stati i primi a beneficiare della disponibilità, anche se successivamente è stata trovata loro un’altra sistemazione.
Mujica ha fatto includere la residenza in una lista di edifici pubblici da utilizzare nel caso di saturazione dei rifugi previsti. Nell’inverno 2011 cinque senza tetto erano morti per il freddo.Mujica trattiene per sé solo il 10% dello stipendio (circa 800 euro) devolvendo il resto a movimenti ed organizzazioni che aiutano gli indigenti. La sua unica proprietà è un’auto, che vale poco meno di duemila dollari”.
In Italia, invece, abbiamo un gruppo di “parlamentari” leghisti che – al contrario – ha depositato in questi giorni un progetto di legge per aumentare le pene ai senzatetto che vanno ad occupare le case vuote. Ma nessuno – nei media mainstream – si permette di “criticare” tanta perversa ottusità davanti a problemi sociali che vanno di giorno in giorno assumendo dimensioni esplosive.
I grillini, nel loro famoso raduno di San Giovanni in chiusura di campagna elettorale, mandarono sul maxischermo un video su Pepe, benedicendolo come esempio, ma omettendo – in omaggio al “superamento delle ideologie”? – di spiegare da dove sa uscita fuori una personalità dotata di tanto rigore. Innanzitutto nei confronti di se stesso.
Cerchiamo dunque di dornire informazioni utili a comprendere questo “stranissimo” caso. Già Wikipedia dà qualche indicazione:
Mujica ha cominciato la sua attività politica di sinistra in una corrente Uruguay National Party, più tardi faceva parte del movimento di guerriglia urbana Tupamaros. Poco prima del colpo di Stato in Uruguay è stato imprigionato.
Mujica è stato in carcere per circa 15 anni di cui 13 nel penitenziario di Punta Carretas. Nel 1985 con il ritorno alla democrazia venne emanata una legge che consentiva l’amnistia a tutti i reati politici e militari compiuti dal 1962, questo permise a Mujica di tornare in libertà ma consentì anche ai golpisti di rimanere in libertà.
Nel 1988 guidò diverse correnti di sinistra del partito Frente Amplio e alle elezioni del 1994 venne eletto deputato a Montevideo, mentre nelle elezioni del 1999 venne eletto al Senato.
Alle elezioni del 2004, vinte per la prima volta nella sua storia dal FA, il MPP ottenne una significativa percentuale alle primarie del partito divenendo la principale forza all’interno del Frente Amplio Uruguay.
15 anni di carcere, alcuni dei quali trascorsi letteralmente in una buca sottoterra. Il “rigore” è un risultato di convinzioni solide e prove esistenziali durissime, non un esercizio contabile giocato con gli scontrini e le fatture. La scelta degli uomini che possono o no governare, o almeno “rappresentarci” con un briciolo di coerenza, non può davvero derivare dalle “autopresentazioni” (Berlusconi batterebbe comunque tutti su questo terreno) o semplicemente dall’età anagrafica (un giovane coglione differisce da un vecchio coglione solo per la quantità di rughe). Servono verifiche, prove, tentativi ed errori. La selezione di un gruppo “dirigente” serio non è roba per pechinesi camuffati da rottweiler in una mostra canina. Qualsiasi “cambiamento” si voglia promuovere…
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Alberto Gabriele
Pur non essendo dotato di neppure 1/100 del valore del compagno Mujica, anche io sono comunista sin dalla lontana eta’ dell’adolescenza, e per certi versi piu’ convinto di prima. Condivido in pieno il contenuto del vostro articolo dal punto di vista della verita’ storica e per un 90% da quello etico, ma solo , per cosi’ dire, per un 30% da quello politico.
Cerco di spiegarmi. Sull’eroismo e la coerenza di Mujica, naturalmente, non ci piove. Ne’ e’ possibile paragonare seriamente un leone a un gattino. Ma – forse, ingenuamente – lascerei ai grillini un certo “beneficio dell’inventario” e non li accomunerei ai molti traditori e serpenti che affollano il panorama politico italiano. Li vedo piuttosto, metaforicamente, come dei “gattini”.
Politicamente, la loro stessa stupefacente incompetenza e la loro ignoranza politica mi sembrano abbastanza innocenti (non del tutto, naturalmente sono anche strumentali), e credo che noi comunisti dovremmo sforzarci assai di piu’ di quanto abbiamo fatto finora di trovare forme di intesa e di lotta comune con loro, combattendo invece ancora piu’ duramente i traditori irredimibili ex comunisti da Vendola al PD alla CGIL etc etc