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Bloody Sunday: ucciso in Kenya il colonnello della strage di Derry

Ucciso in una rapina a Langata, un sobborgo delle capitale del Kenya, Nairobi. E’ morto così, lo scorso 8 settembre, il 73enne Edward Loden, il Colonnello dell’Esercito britannico che guido il Reggimento Paracadutisti il 30 gennaio 1972 durante la strage di repubblicani irlandesi passata alla storia come Bloody Sunday. Furono 13 le vittime falciate dai colpi di arma da fuoco sparati dai militari di Sua Maestà sulla folla inerme che manifestava per la fine dell’apartheid contro gli irlandesi e per il riconoscimento di diritti civili generalizzati. Un’altra vittima, la quattordicesima, morì mesi dopo a causa delle ferite.

Secondo la stampa Loden si trovava in Kenya in visita al figlio, e sarebbe rimasto vittima di una rapina da parte di una gang di uomini armati.

Loden non è stato mai processato per il suo operato, e anzi ha ricevuto dai governi britannici numerose decorazioni e riconoscimenti, fino al suo ritiro dal servizio attivo nel 1992.

Di seguito la reazione alla morte dell’ex militare da parte di John Kelly, fratello di una delle vittime della Bloody Sunday. Dal sito http://thefivedemands.org

 “Ha mentito dinnanzi al Widgery (Tribunal) nel 1972 e , quando ha fornito testimonianza nel corso della Saville Inquiry più di trent’anni dopo, ha continuato a raccontare palesi menzogne ​​palesi”. Sono queste le dure parole pronunciate da John Kelly, fratello di Michael morto a soli 17 anni il 30 gennaio 1972 a Derry, in quella da tutti ricordata come la Bloody Sunday.

Ted Londen, fu  il Colonnello al comando del I Reggimento Paracadutisti che quella domenica di 31 anni fa esplose i suoi colpi su una folla di civili disarmati.

Lord Saville ha largamente sollevato il Colonnello Loden dalle responsabilità nella strage, sottolineando che gli eventi si evolsero così rapidamente “dopo che i soldati sbarcarono nel Bogside“,  da non permettergli di rendersi realmente conto di quanto stesse accadendo , dandogli quindi adito di presupporre che i suoi soldati fossero venuti sotto attacco da paramilitari repubblicani e quindi legittiimati a rispondere al fuoco.

“La gente può dire che è stato assolto da Saville , ma non è mai stato assolto dalle famiglie di coloro che sono stati assassinati dai suoi uomini”, ha sottolineato Kelly. “Va inoltre ricordato che , durante la sua testimonianza , egli è stato offerto , ma ha rifiutato, l’occasione di chiedere scusa personalmente alla famiglia di uno di quelle vittime. Quindi , dal mio punto di vista , non ha mai mostrato alcun rimorso per quello che è successo”.

 

“Sembrerà crudele , ma non ho alcuna compassioneper lui. E’ morto di morte violenta – così come mio fratello per mano dei suoi uomini”.

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