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El Salvador. Vince il Fmln, la destra minaccia guerra civile

Vittoria sul filo di lana, ma vittoria per il candidato del Fronte di Liberazione Nazionale Farabundo Martì alle elezioni presidenziali salvadoregne. Salvador Sánchez Cerén ha ottenuto il 50,11% dei voti, mentre il suo vversario di destra – Norman Quijano, del partito Arena – il 49,89. Date le piccole dimensioni del paesecentroamericano, lo scarto è stato di appena 4.500 voti.

Il Tribunale Supremo Elettorale ha confermato ufficialmente la vittoria quando ormai mancavano pochissime sezioni da scrutinare.

Naturalmente, come ogni presidente di un paese spaccato esattamente a metà, con una lunghissima guerra civile alle spalle (dagli anni ’60 il Fronte Farabundo Mertì è stato alla macchia, costretto alla guerriglia contro una sequela di dittatori sanguinari coperti e finanziati dagli Stati Uniti), Sanche Ceren ha promesso di iniziare subito a lavorare “per il benessere di tutti”.

Ma dovrà fare i conti con una “opposizione” che non vuole riconoscere il risultato, e quindi la sconfitta. In un duro discorso tenuto nella notte ai suoi simpatizzanti, Quijano – che è anche sindaco della capitale – ha sottolineato che l’Arena “è deciso a difendere la vittoria anche con la vita. Non permetteremo i brogli di tipo ‘chavista’ e ‘Madurista’ del Venezuela”. Fin lì, del resto, aveva festeggiato “la vittoria” insieme ai suoi simpatizzanti.

Il paese sembra dunque sull’orlo di un confronto pericolosissimo, nel solco della “ritrovata attenzione” dell’imperialismo yankee per il suo ex “cortile di casa”.

 

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