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Kiev manda esercito e fascisti contro i ribelli dell’est, morti e feriti

L’ultimatum lanciato nei giorni scorsi ai ‘separatisti’ russi delle regioni orientali dell’Ucraina da parte della giunta golpista di Kiev era scaduto venerdì senza apparenti conseguenze. Ed anzi erano state le milizie popolari organizzate dai dimostranti dei territori russofoni a passare al contrattacco occupando nuove posizioni a Sloviansk, città di medie dimensioni dove un commissariato era stato occupato. Nel frattempo, alla scadenza dell’ultimatum contro ‘i ribelli’, alcuni ufficiali e reparti dei corpi speciali ALFA, inviati a Donetsk e Lugansk, si sono rifiutati di eseguire le operazioni antiterrorismo per sgombrare i palazzi governativi occupati e alcuni agenti hanno anche partecipato alle assemblee organizzate dalle milizie popolari. Alla stampa locale poliziotti insubordinati hanno dichiarato di non voler assaltare gli edifici in quanto il loro scopo è agire contro il terrorismo nei limiti della legge.

Ma poi nelle ultime ore la situazione ha iniziato a precipitare, con il presidente golpista Turchinov che ha ordinato una ‘vasta operazione antiterrorismo’ contro i ribelli e il ministro degli interni Arsen Avakov, uomo forte del nuovo regime ucraino, che ha mobilitato l’esercito visto che i reparti di polizia ed anche le forze speciali si sono rifiutate di intervenire per soffocare nel sangue le spinte indipendentiste delle popolazioni dell’est del paese.

E così ieri è partito un attacco contro il commissariato di polizia ed altre sedi della sicurezza occupate a Sloviansk, nella provincia di Donetsk; ci sarebbe stata una sparatoria e il bilancio sarebbe di “morti e feriti” da entrambe le parti. Secondo Avakov si registra la morte di “un ufficiale dei servizi di sicurezza Sbu e almeno cinque feriti”. Ma non è affatto chiara né la dinamica della sparatoria né il reale numero delle vittime. Secondo alcune fonti filo-russe ad assaltare il commissariato di Sloviansk sarebbe stato un commando di Pravyi Sektor, l’organizzazione di estrema destra protagonista degli attacchi violenti contro le forze di sicurezza ai tempi del golpe che ha destituito il presidente Yanukovich e poi entrato in conflitto con Avakov dopo l’assassinio del suo leader Muzychko da parte dei reparti speciali del ministero dell’Interno golpista.
Secondo quanto affermato sarebbero stati 4 neonazisti arrivati per l’occasione dalla località di Vinnitsa (Ucraina centro-occidentale) ad aprire il fuoco contro le barricate sistemate dalle Milizie Popolari davanti al commissariato occupato, scatenando un conflitto a fuoco tra indipendentisti e forze di sicurezza ucraine.

D’altronde nei giorni scorsi altri commandos di estremisti di destra di Pravyi Sektor si sono scatenati contro le mobilitazioni antigolpiste in diverse città dell’est dell’Ucraina. Ad esempio a Zaporozhie, durante un’incursione dei nazionalisti contro una manifestazione per la richiesta del referendum, il deputato comunista Aleksandr Zubchevskij è stato colpito assieme ad altri manifestanti e ferito. Squadracce fasciste sono state segnalate anche Kharkov, dove migliaia di manifestanti hanno occupato il palazzo municipale e dove la folla si è diretta verso la prigione per chiedere la liberazione dei dimostranti arrestati nei giorni scorsi dopo lo sgombero del palazzo del Consiglio Regionale da parte delle forze di sicurezza fedeli alla giunta di Kiev. A Kharkov sabato la polizia ferroviaria aveva arrestato alla stazione 4 miliziani dell’organizzazione neofascista con addosso dell’esplosivo.
Sabato invece ad Artyomovsk, ad un posto di blocco la milizia popolare ha fermato un camion della “Guardia nazionale” e ha confiscato le armi agli estremisti di destra che erano a bordo.

Ma anche nell’ovest del paese, teoricamente bastione delle forze golpiste nazionaliste e di destra, sembra crescere l’insofferenza nei confronti del governo di Kiev e delle squadracce che imperversano nelle regioni occidentali. A Lvov sabato notte è stata abbattuta la statua del collaborazionista dei nazisti Stephan Bandera, eroe dei nazionalsocialisti di Svoboda, uno dei tre partiti di governo di Kiev. Durante tutta la scorsa settimana altri monumenti a Bandera e ad altri carnefici nazionalisti e fascisti erano stati distrutti o imbrattati. Venerdì però a Rovno (Ucraina nord-occidentale) i fascisti hanno assaltato la sede del Partito Comunista, documenti e materiale di propaganda sono stati incendiati e distrutti. L’organizzazione fascista aveva annunciato pubblicamente azioni di questo tipo contro le sedi del PCU e del Partito delle Regioni, ma nonostante questo hanno agito indisturbati, senza che le “forze dell’ordine” intervenissero.

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