Si fa sempre più tesa la situazione in Brasile a pochi giorni dall’inizio di una kermesse internazionale che, al contrario di quanto sperato dal governo, potrebbe portare alla ribalta mondiale i problemi e le contraddizioni irrisolte del grande paese sudamericano alle prese ormai da un anno con un’ondata di proteste e mobilitazioni popolari di diverso tipo, alcune delle quali dirette proprio contro lo sperpero di denaro pubblico per la realizzazione delle inutili infrastrutture della Coppa del Mondo.
Ieri mattina alle 7 violenti scontri sono scoppiati all’interno di una stazione centrale della metro di San Paolo, quella di Ana Rosa, tra i lavoratori in sciopero e decine di poliziotti che hanno fatto ricorso ai gas lacrimogeni e ai manganelli per disperdere i picchetti che impedivano l’accesso all’impianto.
E’ il secondo giorno consecutivo che il personale del servizio pubblico si astiene dal lavoro approfittando dell’attenzione mondiale sulla Coppa del Mondo di calcio, per chiedere salari più alti e migliori condizioni di lavoro.
La metropolitana è uno strumento fondamentale di mobilità in una megalopoli tentacolare e sovraffollata che conta decine di milioni di abitanti. E l’altro ieri infatti a causa dello sciopero ‘a oltranza’ dei dipendenti il traffico in città è impazzito e si è formato un ingorgo record lungo più di 200 km, in conseguenza anche di uno sciopero della maggior parte degli agenti addetti alla regolazione del traffico. Almeno così dicono le autorità cittadine che tentano di spingere gli utenti del trasporto contro i lavoratori. Ieri presso lo stadio Itaquerao, dove si giocherà l’incontro d’avvio del mondiale di calcio, alcuni passeggeri inferociti hanno invaso la stazione della metro sfondando i picchetti dei lavoratori.
La protesta, misura di forza, che coinvolge circa 4,5 milioni di passeggeri, è stato votato dopo che l’amministrazione cittadina e l’azienda hanno detto no ad un aumento del salario del 16,5% per i dipendenti della metropolitana.
Sempre a San Paolo, lo scorso 4 giugno, hanno manifestato circa 20 mila aderenti al Movimento dei Lavoratori senza Tetto (MTST) e del Fronte di Resistenza Urbana che hanno bloccato a lungo bloccato diverse importanti arterie della megalopoli marciando proprio verso lo Stadio Itaquerão. Se le nostre richieste rimarranno senza risposta, saranno molte le persone senza biglietto che vorranno entrare per assistere alla partita inaugurale della Coppa del Mondo a San Paolo”, ha minacciato il coordinatore dell’MTST, Guilherme Boulos, tra gli applausi di migliaia di lavoratori presenti che, visti i prezzi astronomici dei biglietti, non potranno certo permettersi di assistere alla competizione riservata ai ricchi. I movimenti popolari sono scesi per l’ennesima volta in piazza all’insegna dello slogan “Copa Sem Povo Tô na Rua de Novo” (Coppa senza popolo, Scendiamo di nuovo in piazza) chiedendo investimenti pubblici per la salute, l’istruzione, la sicurezza, la sovranità alimentare, i trasporti e la casa, oltre che la concessione di un vitalizio alle famiglie dei lavoratori morti nella costruzione degli stadi della Coppa del Mondo.
Ieri scioperi hanno interessato ieri anche Rio de Janeiro, dove il 13 luglio è in programma la finale dei mondiali, e altri città sedi delle partite, quali Salvador de Bahia e Recife.
Intanto due organizzazioni sindacali internazionali hanno lanciato un appello a Ginevra contro lo sfruttamento sistematico degli operai edili impiegati nei lavori di preparazione dei grandi eventi sportivi, come i Mondiali di calcio.
l’IBB (Internazionale dei lavoratori edili e del legno) e la Csi (Confederazione sindacale internazionale) hanno lanciato l’appello nel corso di una manifestazione organizzata davanti al Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra. “Mentre la Fifa investe enormi quantità di soldi per la Coppa del Mondo di Calcio, i lavoratori spesso lavorano per lunghi orari in cambio di salari irrisori e in condizioni pericolose e difficili”, hanno denunciato gli organizzatori della mobilitazione che poi hanno aggiunto: “Nei cantieri della Coppa d’Europa 2012 sono morti 20 lavoratori, in Brasile per ora il bilancio è di 9 morti, mentre si contano già 5 vittime per i Mondiali 2018 in Russia e chissà quanti ne seguiranno in Qatar”. I partecipanti alla protesta di Ginevra hanno sventolato cartelli e striscioni con la scritta “Cartellino rosso per la Fifa” e “Niente mondiali senza diritti ai lavoratori”.
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