Il governo di Kiev – che sta utilizzando alcune centinaia di mercenari agli ordini della multinazionale statunitense Academi – continua ad accusare la Russia di rifornire gli insorti di armi e di aver inviato in loro soccorso un certo numero di ‘volontari’ dalla Cecenia. A sua volta il ministro degli Esteri russo Sergeji Lavrov, in un colloquio telefonico con l’omologo statunitense John Kerry, ha chiesto agli Stati Uniti di “utilizzare la loro influenza” sulle autorità ucraine affinché siano interrotte le operazioni militari dell’esercito e delle milizie fasciste che nell’est dell’Ucraina stanno causando un vero e proprio bagno di sangue.
Negli ultimi giorni, dopo aver promesso invano l’apertura di corridoi umanitari e l’interruzione degli assalti contro le Repubbliche Popolari, il presidente golpista ucraino Poroshenko e il capo del governo hanno ordinato nuovi massicci attacchi contro le città insorte dell’est e del sud del paese, che stanno portando alla morte di molte decine di miliziani delle Autodifese ma anche di civili inermi. E anche tra le truppe ucraine il numero delle vittime cresce: venerdì un cargo carico di paracadutisti di Kiev è stato colpito dagli insorti mentre atterrava all’aeroporto di Lugansk e 50 militari sono rimasti uccisi.
Secondo quanto è possibile sapere, un centinaio di persone sarebbero morte solo nelle ultime 24 ore nei combattimenti in corso nella località di Schastie, nel territorio della Repubblica Popolare di Lugansk. La cittadina, alla periferia del capoluogo della regione, è stata conquistata ieri dalla Guardia Nazionale – i nazisti di Pravyi Sektor e di Svoboda – al termine di un sanguinoso attacco che ha causato molti morti anche tra gli abitanti della zona presi di mira da intensi bombardamenti.
Ieri le forze fedeli al regime golpista hanno rivendicato la distruzioni di due posti di controllo delle autodifese alla periferia di Lugansk ed hanno informato di un attacco con l’artiglieria pesante contro la cittadina di Diákovka, nei pressi del capoluogo ormai assediato.
Da parte loro invece gli insorti hanno rivendicato la rioccupazione del villaggio di Lugánskaya, alla frontiera con la Russia. “Il nemico si è ritirato dal villaggio ma i governativi hanno causato molti morti e molti danni alle abitazioni e alle infrastrutture” hanno detto i miliziani della Repubblica Popolare. Le autodifese hanno catturato un gruppo di otto paracadutisti ucraini – cinque soldati semplici e tre ufficiali – infiltrati nel territorio della repubblica ribelle per colpire postazioni nemiche. Scoperti nei pressi di Diákovka, dopo un breve conflitto a fuoco sono stati arrestati ed interrogati.
Il portavoce delle operazioni militari di Kiev contro le regioni ribelli, Vladislav Selezniov, ha assicurato che attraverso una massiccia campagna di bombardamenti aerei l’esercito ucraino ha ucciso più di 50 miliziani delle autodifese nelle località di Kramatorsk e Druzhkovka, nella regione di Donetsk. Ad Amrosíyevka, località della Repubblica di Donetsk, tre civili e due miliziani sarebbero morti nella notte a causa dei bombardamenti realizzati dalle forze governative con l’artiglieria. Anche a Slaviansk i cannoni e i mortai della Guardia Nazionale non hanno mai cessato, in questi giorni, di sparare sulle case: il bilancio delle ultime ore sarebbe di tre miliziani e di due civili uccisi mentre in città continua a scarseggiare l’acqua visto che i governativi hanno danneggiato l’acquedotto.
Il ministro della Difesa golpista, Mijail Koval, ha affermato ieri che le truppe avevano liquidato più di 250 ‘terroristi’ nelle ultime 24 ore. Numeri probabilmente gonfiati a scopo propagandistico ma che danno il senso della carneficina in corso nell’est del paese.
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