Le bombe che piovono su Gaza e sul Donbass non distruggono i legami di solidarietà.
Il 29 Giugno 2014 è nata la Rete di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana, un processo che ha ridato vita alle istanze di trasformazione e giustizia sociale, in controtendenza rispetto alle logiche dominanti nei paesi cosiddetto nord del mondo.
Ad un mese ed un giorno esatti dalla fondazione di questa rete si festeggia il compleanno di Hugo Chavez, presidente del Venezuela scoparso nel marzo 2013. La nostra Rete di Solidarietà ha voluto festeggiarne il compleanno dedicando al sogno che ha guidato i suoi passi l’impegno quotidiano per un nuovo mondo necessario e possibile.
*****
Il 28 luglio del 1954 è nato a Sabaneta Hugo Rafael Chavez Frias, presidente del Venezuela, prematuramente scomparso il 5 marzo del 2013. Per certa stampa, un caudillo o un dittatore. Per i popoli del sud del mondo e per le classi popolari, un rivoluzionario e un grande statista, che ha incamminato il suo paese sulla via di un nuovo socialismo.
A 15 anni dalla prima vittoria elettorale di Hugo Chavez, il Venezuela ha realizzato importanti traguardi sociali e ha assunto un ruolo di primo piano negli organismi regionali del Latinoamerica: diritti economici sociali e culturali garantiti; partecipazione politica dei cittadini al controllo e alla gestione della cosa pubblica mediante il passaggio dalla democrazia rappresentativa a quella partecipata: “Lo Stato – recita l’articolo 3 della costituzione – ha come finalità essenziale la difesa e lo sviluppo della persona e il rispetto della sua dignità, l’esercizio democratico della volontà popolare, la costruzione di una società giusta e amante della pace, la promozione della prosperità e il benessere del popolo e la garanzia della realizzazione di principi, diritti e doveri riconosciuti e istituiti da questa Costituzione. L’educazione e il lavoro sono i processi fondamentali per raggiungere detti fini”.
In un mondo in cui l’1% possiede almeno il 40% delle ricchezze globali, il Venezuela socialista ha optato per un impiego delle risorse volto alla giustizia sociale e al “massimo della felicità possibile”: anche per quelli a cui le classi dominanti riservano solo fatica e dolore. Una preziosa e concreta indicazione di rotta per queste nostre sponde, che attirano e inghiottono, mettendo gli ultimi contro i penultimi, secondo gli schemi del grande capitale internazionale. Negli ultimi anni, tra gli Stati uniti, il Canada e l’Europa, circa 10.000 persone si sono tolte la vita per i problemi causati dalla crisi economica capitalista.
Le ultime parole di Chavez, pronunciate dal letto di ospedale, sono state per l’Africa eternamente rapinata. Nella lettera inviata al III Vertice Africa-America latina e Caraibi, che si è svolto nella Guinea Equatoriale a febbraio del 2013, ha scritto: “La strategia neocoloniale è stata, dall’inizio del XIX° secolo, quella di dividere le nazioni più vulnerabili del mondo per sottometterle a rapporti di dipendenza schiavistica. E’ per questo che il Venezuela si è opposto, radicalmente e dall’inizio, all’intervento straniero in Libia, ed è per lo stesso motivo che il Venezuela reitera oggi il suo rifiuto più assoluto di ogni attività di ingerenza della Nato”. Con lo stesso spirito, il Venezuela di Nicolas Maduro ha levato con forza la voce contro l’aggressione israeliana all’eroico popolo di Palestina. Per decisione di Chavez, la Palestina riceve combustibile direttamente e a prezzi solidali.
Il Venezuela è ricco di petrolio e risorse naturali, che il governo socialista scambia con beni e servizi: da anni anche i poveri del Bronx ricevono combustibile mediante un progetto di solidarietà internazionale.
Per questo, e non per culto della personalità – incongruo per chi tenga a una effettiva emancipazione delle classi popolari – vogliamo celebrare il compleanno di Hugo Chavez con i migliori auguri per i nostri ideali, dicendo, insieme alla rivoluzione socialista bolivariana: Tutti siamo Chavez, siamo tutti Chavez. Moltiplicatori di coscienza e di rivoluzione.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa