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USA premono su Parigi: “non vendete navi da guerra a Mosca”

La Francia dice no alla consegna della prima nave da guerra Mistral alla Russia. “Non ci sono le condizioni”, annuncia la presidenza francese.

Dopo settimane di tira e molla il governo francese sembra così dare ragione a Washington. Da tempo gli Stati uniti hanno esercitato forti pressioni sulla Francia affinché sospendesse la vendita di navi da guerra di classe Mistral alla Russia nei confronti della quale la Nato e l’Ue hanno varato pesanti sanzioni economiche, politiche e militari che nei prossimi giorni potrebbero essere ulteriormente ampliate.

“Questa vendita non è la benvenuta, tenuto conto di quello che sta accadendo in quella parte del mondo” aveva dichiarato ieri l’ambasciatore di Washington presso l’Ue, Anthony Gardner, parlando di fronte al Parlamento europeo. Il diplomatico ha tuttavia ammesso che l’annullamento della vendita comporterebbe per Parigi “un risarcimento importante” da pagare a Mosca.

Le Mistral sono modernissime portaelicotteri leggere di costruzione francese. Parigi ha firmato nel 2011 un contratto da ben 1,2 miliardi di euro per la fornitura di due navi e la costruzione futura di altre due.
Nei giorni scorsi invece il gigante petrolifero statale russo Rosneft ha annunciato l’avvio dei lavori d’esplorazione con il suo partner statunitense ExxonMobil nel mare di Laptev, a nord della Siberia, a dispetto delle sanzioni imposte dagli Stati uniti contro Mosca. Nonostante Rosneft sia stata aggiunta già a luglio alla lista delle società sottoposte a sanzioni da parte Usa – la compagnia è guidata da Igor Sechin, un uomo dell’entourage del presidente Vladimir Putin – i due gruppi hanno cominciato i loro lavori d’esplorazione su due blocchi petroliferi che coprono qualcosa come 200mila km quadrati. I lavori, ha spiegato Rosneft in un comunicato, dovrebbero terminare a ottobre. Ad agosto la compagnia aveva già avviato un altro progetto con ExxonMobil nel mar di Kara, sempre a nord della Siberia.

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