Che la primavera avrebbe portato una escalation nei combattimenti e una rottura del cessate il fuoco proclamato a Minsk all’inizio dell’anno erano in molti ad averlo previsto. In queste ultime settimane le autorità di Kiev e le repubbliche popolari del Donbass si sono vicendevolmente accusati di ammassare truppe e armi pesanti a ridosso di un confine teoricamente smilitarizzato in previsione di una eventuale offensiva.
Che sia la rottura definitiva della tregua è difficile dirlo, ma certo è che nelle ultime ore in alcuni settori chiave del fronte ucraino i combattimenti sono improvvisamente ripresi in grande stile. La zona più calda in questo frangente è quella attorno alla cittadina di Shirokino dove secondo gli osservatori dell’Osce sono in corso da ieri pesanti bombardamenti. “Il 26 aprile la missione speciale di monitoraggio ha assistito ai più intensi bombardamenti a Shirokino da quando sono iniziati i combattimenti nell’area, a metà febbraio”, ha spiegato l’Osce. “Per 12 ore, la missione ha osservato inoltre sporadici e continui scambi di colpi, con armi di piccolo calibro, mitragliatrici, granate da lanciarazzi e lanciagranate automatici” hanno aggiunto i rappresentanti dell’organismo internazionale che a causa di alcune forti esplosioni verificatesi a poche centinaia di metri dalla propria postazione hanno dovuto abbandonarla. La cittadina di Shirokino – dove qualche giorno fa un carroarmato delle forze governative sventolava la bandiera degli Stati Uniti, oltre a quella di Kiev – ha un valore strategico, trovandosi a poca distanza dalla importante città costiera di Mariupol, per lungo tempo passata ai ribelli dopo il golpe filoccidentale di febbraio e poi conquistata nell’estate scorsa dalle truppe governative e dai battaglioni punitivi.
E’ notizia di ieri che un militare ucraino è morto ed altri sette sono rimasti feriti nei combattimenti. Si segnalano vittime anche tra i miliziani, sia ieri che nei giorni precedenti. Secondo il portavoce del regime di Kiev, Oleksander Motuzyany, i ribelli avrebbero usato artiglieria di grosso calibro violando così gli accordi di cessate il fuoco. Il ministero della Difesa della Repubblica Popolare di Donetsk sostiene, invece, che nelle ultime 24 ore si sia intensificato il fuoco ucraino contro le città del Donbas. “Hanno colpito 59 volte – affermano in una nota i responsabili militari dell’entità ribelle – nelle città di Donetsk (aeroporto compreso), Shirokyno, Novomarivka, Sakhanka, Lozove, Spartak, Zhabichevo e Horlivka”.
E’ in questo clima che oggi si svolgerà il 17esimo summit tra Unione Europea ed Ucraina a Kiev, la prima riunione di questo dopo l’Accordo di associazione con Bruxelles firmato nel giugno del 2014 dal nuovo regime dopo la destituzione del presidente Yanukovich che pur non essendo ostile a un rafforzamento delle relazioni con l’Ue aveva rifiutato di siglare il patto a causa delle evidenti ricadute negative dal punto di vista economico per il paese. L’Unione europea, si legge in una nota, sarà rappresentata dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker e dal presidente del Consiglio Donald Tusk. Al summit parteciperanno anche l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini e il commissario per le Politiche di vicinato Johannes Hahn. Per l’Ucraina parteciperà invece il presidente Petro Poroshenko, alle prese in questi giorni con un duro braccio di ferro con i propri partner di governo. Tra gli argomenti in agenda, la piena applicazione dell’Accordo di associazione e le cosiddette riforme economiche e politiche che l’Ue vuole imporre a Kiev – licenziamenti nel settore pubblico, privatizzazioni, aumento delle tariffe energetiche – la crisi nell’Est Ucraina, il sostegno agli accordi di Minsk e alla missione di monitoraggio dell’Osce, alcune questioni regionali e i preparativi del summit sulla Partnership orientale previsto a Riga.
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