Si era detto spesso che Israele considera i terroristi delle formazioni jihadiste degli alleati. Ora c’è la prova. E non si tratta di un’inchiesta giornalistica, che pure non sarebbe stata difficile, ma di una rivolta popolare che ha messo a nudo questa realtà.
In Israele c’è una comunità di drusi, visto che la loro terra coincide con l’altura del Golan, oltre che con buona parte della valle della Bekaa, in Libano. Acune parti, dunque, sono sotto controllo israeliano, un’altra è rimasta alla Siria di Assad e la terza è ovviamente in LIbano.
Da molti giorni è in corso un’offensiva di Al Nusra (organizzazione affiliata ad Al Qaeda) contro i villaggi drusi siriani. E tutti i drusi di Israele seguono quotidianamente i combattimenti dalle alture, visto che di là ci sono molti parenti diretti. E da giorni, dunque, hanno seguito i movimenti delle truppe israeliane, certificando numerosi episodi di collaborazione con i terroristi al di là della frontiera.
Ieri sera, quando hanno visto che la collaborazione comprendeva anche il prelievo di alcuni jihadisti feriti in combattimento per portarli verso un ospedale israeliano, gli abitanti del villaggio di Majdal Sham hanno attaccato con pietre e altre armi di fortuna l’ambulanza militare che stava compiendo l’operazione.
Poche ore prima un altro attacco, meno fortunato, aveva preso di mira un’ambulanza nel villaggio di Hurfeish. La comunità drusa israeliana sta chiedendo da settimane che lo “Stato ebraico” – Israele è uno dei tanti stati confessionali – soccorra i suoi fratelli in Siria, minacciati dai qaedisti di Jabhat al-Nusra, che stanno convergendo verso la loro provincia di Sweida. O almeno che lasci entrare i drusi feriti, così come vengono fatti entrare i terroristi fondamentalisti. Per tutta risposta, però, l’esercito israeliano ha dichiarato tutta l’area di confine “zona militare chiusa”, interdetta perciò ai civili di Israele. Ossia, in questo caso, ai soli drusi.
A bordo c’erano in effetti due miliziani jihadisti; ne hanno ucciso uno e lasciato in gravissime condizioni l’altro, mentre i militari a bordo fuggivano davanti alla furia della folla, riportando qualche contusione. Preso in castagna, Benyamin Netanyahu ha provato renzianamente a girare la frittata: «non permetteremo a nessuno di farsi la legge da solo e di ostacolare i militari di Israele che compiono il loro dovere».
E dire che i drusi israeliani non hanno mai dato troppi problemi all’esercito occupante. I loro giovani fanno regolarmente il servizio militare in Tsahal e hanno anche eletto un parlamentare alla Knesset. Ma questa evidente partecipazione al massacro dei propri parenti ad opera dei fondamentalisti islamici e con la partecipazione israeliana non poteva essere sopportata oltre.
Qualche media mainstream italiano ha dato la notizia. Naturalmente parlando genericamente di “miliziani feriti” e senza nominare neanche per sbaglio la loro affiliazione…
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