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La Francia “ha le prove” della colpa di Assad, ma non ve n’è traccia

Come prevedibile, dopo la bombardata di Trump, la Francia non poteva apparire di meno. Era già accaduto due anni fa, quando i jet francesi erano pronti a bombardare la Siria in anticipo su quelli statunitensi. Poi arrivò un contrordine e il “bombardamento competitivo” fu fermato.

Adesso è toccato al ministro degli Esteri francese cercare di occupare lo spazio mediatico internazionale lasciandosi andare a dichiarazioni di cui presto potrebbe doversi pentire. La foto di copertina mostra l'allora segretario di Stato statunitense Colin Powell che nel 2003 esibiva all'Onu le "prove" delle armi chimiche di Saddam Hussein, mai trovate. Ma la guerra venne fatta lo stesso.

Le parole e le spiegazioni infatti sono importanti. Nella serata di ieri abbiamo assistito ad un altro lampante caso di manipolazione mediatica su quanto avvenuto in Siria il 4 aprile scorso.

"L’intelligence francese nei prossimi giorni fornirà le prove che le forze del presidente siriano Bashar Al Assad hanno usato armi chimiche nell’attacco del 4 aprile scorso.“C‘è un’indagine in corso da parte dei nostri servizi segreti e dell’intelligence militare, è una questione di giorni”, ha annunciato il ministro degli Esteri francese Jean-Marc Ayrault alla tv dell’assemblea nazionale LCP. “Abbiamo elementi che ci permetteranno di mostrare che il regime ha usato armi chimiche consapevolmente”. Questo breve lancio dell’agenzia francese Afp trova ben presto una prudente e imprudente amplificazione.
La notizia viene rimbalzata sui telegiornali della sera. Ma non ve n’è traccia sulla versione online di Le Monde, mentre alle 19.46 esce un piccolo flash su Le Figarò che riprende il lancio della Afp.

Il lancio della AFP scrive testualmente: “L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW) ha annunciato oggi che i test si sono dimostrati così "convincenti", che gas Sarin o una sostanza simile è stato utilizzato durante un presunto attacco chimico in Siria all'inizio di aprile.
I campioni prelevati su dieci vittime dell'attacco su Khan Cheikhoun, che ha fatto 87 morti il 4 aprile, analizzati in quattro laboratori, "testimoniano da esposizione al gas sarin o una sostanza simile", ha detto Ahmet Uzumcu, Direttore dell'OPCW. "In attesa di ulteriori informazioni da parte di laboratorio, i risultati dei test già raggiunti sono innegabili", ha aggiunto M. Uzumcu ad una riunione del comitato esecutivo oggi presso la sede dell'organizzazione a L'Aia. Altri campioni biologici di sette persone ricoverate sono state oggetto di analisi in altri due laboratori”.

Dunque la fonte indipendente (OPCW) afferma che sono state trovate conferme che il gas Sarin, o sostanza simile, sia stato la causa della morte e delle intossicazioni degli abitanti di Khan Cheikhoun, ma non dice affatto che ci siano le prove che sia stata l'aviazione siriana a bombardare con il gas. Il ministro degli esteri francese annuncia invece che c'è un indagine in corso (quindi non conclusa) ma di cui già spaccia come certi i risultati. Gli autori dell'indagine, in questo caso, non sono però una organizzazione indipendente ma i servizi segreti dello stato francese. Servizi che possiamo magari definire leali al loro governo ma non certo indipendenti. I telegiornali italiani (Tg3, Rai news e stavolta anche la 7) ancora una volta si sono prestati a fare da passacarte della velina del governo francese senza prendersi la briga di andare a leggere le informazioni che pure, come abbiamo visto, erano disponibili, nè facendosi domande sul perchè alcuni organi di informazione non avessero ritenuto di dovergli dare rilievo a addirittura di pubblicarle.

Le repentine, e forse azzardate dichiarazioni del ministro degli esteri francese, sembrano quasi una intempestiva risposta alle dichiarazioni piuttosto ruvide rilasciate il giorno prima dalla Russia proprio sulla vicenda delle "prove" sull'uso di armi chimiche a Khan Cheikhoun. “Ormai è chiaro: come in Iraq e in Libia, non c’è intenzione di condurre indagini serie su Khan Shaykhun” aveva dichiarato martedi il rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa russo, il generale Igor Konashenkov.“Sono passate due settimane, e le uniche prove dell’attacco chimico sono due video dei “caschi bianchi”” ha detto il generale, sottolinendo che tutto questo per comprovare un crimine di tale grado non è sufficiente.  Konashenkov, subito dopo l’attacco Usa alla base siriana di al Shayrat, aveva dichiarato che “né il Pentagono né il Dipartimento di Stato hanno fornito alcuna prova” della presenza di “armi chimiche nella base aerea”.

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