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Germania. Crolla l’Spd dei complici, anche a casa propria

Se fai il servo della destra di governo, la destra continua a governare… Le elezioni Nordreno-Westfalia, il land più popoloso della Germania, dove la Spd governa quasi ininterrottamente da mezzo secolo, hanno spento le velleità di Martin Schulz di scalzare Angela Merkel sul trono su cui siede ormai da dodici anni. Per capirci, è come quando Guazzaloca vinse la partita per il Comune di Bologna, interrompendo quasi 60 anni di governo di “sinistra”. La governatrice uscente, Hannelore Kraft, perde nove punti rispetto alle precedenti elezioni e scende ad appena il 30%, mai così in basso nel dopoguerra.

La Cdu raggiunge invece il 34% e quindi insedierà Armin Laschet nel ruolo di governatore, dovendosi però cercare una coalizione per raggiungere la maggioranza. Non sembra infatti sufficiente la pattuglia dei liberali della Fdp, tornata a superare la soglia di sbarramento del 5% per attestarsi addirittura al 12%, con un balzo nettissimo rispetto a cinque anni fa.

Insieme ai socialdemocratici tracollano i Verdi in versione “realos” (realisti, ossia spalla della Spd), che in pratica dimezzano i voti, passando da più dell’11 al 6%. Al contrario la Linke – che nei land occidentali ha sempre avuto percentuali insignificanti – raddoppia i voti e supera per la prima volta il 5%, riuscendo ad entrare nel parlamentino regionale.

Si afferma, ma non spaventa più, anche la destra di Alternativa per la Germania (AfD), che entra per la prima volta nel Parlamento locale del Land, attestandosi al 7,5%. Con questo risultato gli xenofobi entrano nel 13esimo Parlamento locale sui 16 Land della Germania. Segno che il movimento ha ormai assunto una dimensione e distribuzione nazionale piuttosto omogenea, anche se ha perso nettamente la spinta propagandistica di un anno e mezzo fa, quando le colonne di profughi risalivano i Balcani in direzione di Berlino.

Più che sui temi locali, anche questa campagna elettorale è stata giocata tutto sui temi della sicurezza e, in parte assai minore, dell’immigrazione. Dopo aver sollevato sapientemente il “rischio populista di destra”, e poi frenato la dimensione degli ingressi di migranti, l’establishment tedesco ha facilmente riportato l’elettorato sotto la tranquillizzante ala della “continuità”. Del resto, va ricordato, la Germania è per ora l’unico paese europeo a non aver stravolto completamente il proprio modello sociale, anche se le “riforme Hartz IV” di inizio anni 2000 – che hanno legalizzato precarietà e mini-job – stanno facendo crescere a dismisura una fascia di lavoratori poveri senza prospettive di miglioramento.

 

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