Alcuni mesi fa, dovendo terminare un capitolo di un libro sul Venezuela, cominciai a girare le librerie dove, inaspettatamente incontrai i due capolavori sulla teoria della dipendenza imperialista, scritti negli anni settanta da Ruy Mauro Marini (Dialectica de la Dependencia) e da Theotonio Dos Santos (Estados Unidos y America Latina). Libro che l’editore Gabriele Mazzotta, pubblicò in Italia nel 1973, con il titolo “Crisi del capitale e Processo Rivoluzionario”.
Questo libro, come in passato, mi ha fatto nuovamente riflettere, ricordando la personalità dell’autore e il suo spirito di eterno militante socialista. Infatti, a distanza di quasi quaranta cinque anni, rileggere quelle pagine ingiallite fa un certo effetto, poiché sembra che il problema della dipendenza dell’imperialismo sollevato negli anni settanta, in realtà sembra una drammatica profezia che si è sempre materializzata. Cioè, come allora la dipendenza politica, economica e finanziaria di quei tempi si è rivelata una tragica eredità per il mondo di oggi. Peccato che il professore Toni Negri e il suo “US partner” Michael Hardt, prima di scrivere “Empire”non abbino avuto tempo o la volontà di rileggere i libri di Theotonio e di Ruy Mauro Marini !
In effetti, la teoria della dipendenza è un concetto che Theotonio Dos Santos, non abbandonò mai. Anzi l’ha approfondita, sviluppando insieme con André Gunder Frank, Immanuel Wallerstain, Giovanni Arrighi e Samir Amin l’idea dello sviluppo di lunga durata del sistema capitalista, in cui si combinano i differenti cicli economici. Vale a dire i cicli di “long durée” definiti da Nikolai Kondratiev e i cicli storici trattati da Fernand Braudel.
Un’idea che alimenta la teoria del “sistema-mondiale”, in cui i tradizionali concetti della dipendenza – elaborati nel libro “Imperialismo e Dependência”, sono rielaborati per produrre un’analisi dei sistemi di accumulazione globale e dei processi macro-economici, i cui elementi (politici, economici, finanziari e sociali) definiscono la dinamica delle differenti forme di sviluppo nel mondo, creando, in questo modo un elaborato sistema della dipendenza in ambito mondiale.
Argomenti difficili, complessi ma affascinanti, soprattutto quando si tratta di produrre e di pensare una nuova forma alternativa di organizzazione sociale ed economica. Fu, quindi, proprio su questa base che ebbi la grande opportunità di sentire come Theotonio sistematizzava la problematica della dipendenza nelle differenti realtà di un mondo, sempre più globalizzato dalle multinazionali e dai conglomerati. Un’esperienza e un contatto personale importantissimo avvenuto con la partecipazione del REGGEN, nel 2006, a Rio de Janeiro e poi nel progetto mediatico per sistematizzare tutto il materiale audio e video (600 ore), registrato in quel seminario mondiale, in cui più di ottanta scienziati politici, economisti, geografi e ricercatori presentarono il proprio “paper”, aprendo poi i dibattiti sullo sviluppo dell’economia globale contrapposto a quello dello sviluppo sostenibile.
L’esilio in Cile e in Messico
Come tutti i rivoluzionari, Theotonio Dos Santos, membro della direzione di POLOP, una fattispecie di Potere Operaio brasiliano, il cui nome originale era “Organizzazione Marxista Rivoluzionaria Politica Operaia”, divenne uno dei principali teorici brasiliani della lotta antimperialista e del processo rivoluzionario socialista. Dopo due anni di clandestinità, nel 1966, dovette convivere con l’esilio per fuggire alla repressione dei militari golpisti. Per questo motivo raggiunse il Cile, dove la sinistra rivoluzionaria brasiliana si era rifugiata, integrando il MIR cileno (Movimiento de Izquierda Revolucionária) e quindi partecipare nel processo politico di “Unidad Popolar” che, per la prima volta, sconfisse la Democrazia Cristiana e la destra con l’elezione di Salvador Allende.
Fu durante l’esilio cileno che Theotonio Dos Santos, riprese il lavoro di analisi marxista e gli studi sull’economia capitalista, avviati nell’Università di Brasilia, di modo che, insieme con Vania Babirra, Ruy Mauro Marini e a André Gunder Frank, formulò la “teoria della dipendenza”.
Un lavoro analitico che sarà la base teorica di tutti i movimenti rivoluzionari che in America Latina e in Africa ricorsero alle armi e alla contestazione per rompere il vincolo servile con l’imperialismo e i suoi rappresentanti colonizzatori. Una teoria che ebbe un grande peso nella storica riunione di Bandung, quando i paesi del Terzo Mondo crearono il Movimento dei Paesi Non Allineati, iniziando ad appoggiare la lotta dei movimenti di liberazione africani e gli asiatici.
A livello politico, Theotonio Dos Santos, insieme a Vania Babirra, Ruy Mauro Marini, João Quartim e Emir Sader, durante la loro permanenza a Santiago de Cile, divennero i principali teorici della resistenza brasiliana e quindi del progetto politico che doveva essere messo in piedi negli anni ottanta con il post-dittatura.
Per questo motivo, nel 1979, Theotonio fu uno dei promotori della famosa “Reunião de Lisboa” (riunione di Lisbona), in cui fu fondato il PDT (Partito Democratico dei Lavoratori), che all’epoca si definiva un partito socialista con un programma altrettanto socialista. Argomenti che subito dopo le elezioni del 1982, furono abbandonati con la personalizzazione del partito nella figura di Leonel Brizola e l’adesione al socialismo democratico.
Un contesto che allontanò Theotonio Dos Santos dalle polemiche di partito, per dedicarsi, esclusivamente alla ricerca e all’attività accademica, rivelandosi uno dei principali scienziati economici dell’America latina. Per questo nel 2013 fu premiato con il Premio Mondiale di Economia Marxista organizzato dall’Associazione Mondiale di Economia Politica (WAPE) con sede a Hong King.
Il “compagno Theotonio”
Come Ruy Mauro Marini anche Theotonio Dos Santos è deceduto a causa di un tumore maligno al pancreas all’età di ottantuno anni. Però, nonostante il peso degli anni e della malattia, nel 2015 ebbe il coraggio e la lucidità politica di chiamare “filhotes de la CIA” (figli della CIA) Renan Haas e la nuova organizzazione MBL (Movimento Brasile Libero). Infatti, secondo Theotonio Dos Santos, la CIA statunitense avrebbe finanziato il MBL di Renan Haas, nell’ambito della “guerra psicologica”che la centrale di spionaggio statunitense aveva organizzato per sostenere l’Impeachment contro il presidente Dilma. Roussef.
Un fenomeno che Theotonio conosceva molto bene,poiché oltre ad averlo studiato lo aveva visto e denunciato nel 2002, quando visitò il Venezuela proprio nei giorni del colpo di stato e poi quando fu organizzato il “Paro Petrolero”, con il sabotaggio del centro informatico da parte della stessa direzione della PDVSA.
Avendolo conosciuto, intervistato e avendo anche avviato con lui un progetto di lavoro mediatico, posso dire che Theotonio fu un compagno veramente eccezionale, per la sua onestà intellettuale, la sua grande capacità di analizzare i fenomeni economici e quelli sociali e per la sua indistruttibile perseveranza per quanto riguarda i suoi compromessi con l’analisi marxiana e il socialismo
Per questi motivi era sempre disposto a partecipare e ad aiutare tutti quelli che promuovevano iniziative mediatiche alternative o processi politici aggregativi di nuovo tipo. Di conseguenza aveva una simpatia incondizionata nei confronti del MST (Movimento dei Lavoratori Senza Terra) cui era molto legato.
La sua scomparsa si aggiunge a quella di Vania Babirra e Ruy Mauro Marini, che rappresentarono la generazione d’intellettuali rivoluzionari che hanno contraddistinto la storia e la resistenza del popolo brasiliano e di tutti i popoli dell’America Latina.
“Adeus Theotonio, a Luta Continua e a Vitória è Certa!”
* Achille Lollo è stato direttore del giornale brasiliano “Nação Brasil”, e delle riviste “Conjuntura Internacional” e “Crítica Social”. In Italia era corrispondente del giornale “Brasil de Fato” e poi di “Correio da Cidadania”.
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Mauritius
il problema di 3 quarti del mondo è che sono unicamente usati come riserva mondiale dei paesi ricchi capitalisti che vengono nutriti e sostentati a scapito del secondo e terzo mondo …non è mai stato il mondo civilizzato e militarmente potente occidentale capitalista a motivare alcun sviluppo per il secondo e terzo mondo ma è sicuro che lìoccidente capitalista ha depredato a piene mani il secondo e terzo mondo ovviamente con contorno di razzismo, miti sui selvaggi, miti sui subumani che non sanno prendersi cura di se stessi…..tanti paesi hanno tentato uno sviluppo diverso ma o sono stati schiacciati ed umiliati da dittature e invasioni vere o nascoste…..o sono stati pazientemente fatti fallire e devastati da debiti creati ad hoc per umiliare i popoli nativi o fuori dalle orbite occidentali
il capitalismo globalizzato altro non è che un proseguimento feroce e falsamente oggettivo del colonialismo militare e criminale che ha depredato centinaia di paesi come fossero meritori di essere depredati