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La Comunità Curda in Italia in marcia da Milano a Firenze a sostegno dello sciopero della fame

Le condizioni di salute di prigionier* e attivist* in sciopero della fame ha ormai da tempo oltrepassato la soglia critica. Dalle carceri giungono notizie drammatiche di abusi e repressione e tra i e le 30 prigionier* che sono entrat* in digiuno fino alla morte, alcun* sono già così deboli da non riuscire ad alzarsi.

Intanto lo Stato turco, nell’intenzione di perseverare nella violazione delle leggi nazionali e internazionali violando dei diritti umani di Abdullah Öcalan, e nella sua persona di tutto il popolo curdo, continua a giocare a rimpiattino, dimostrando un vergognoso disprezzo per la vita umana.

Per denunciare questa situazione insostenibile e dare voce a questa incredibile e durissima resistenza,  la Comunità Curda in Italia ha deciso di lanciare la marcia “MARCIARE PER LA LIBERTA, RESISTERE PER VIVERE'” che partirà da Milano per arrivare Firenze, attraversando diverse città.

La marcia sarà composta da un numero simbolico di persone e ha lo scopo di cercare di dare più rilevanza possibile a quanto sta accadendo. Lunedì mattina a Milano si terrà una conferenza stampa e subito dopo inizierà la marcia.

Invitiamo tutte le realtà e singole persone solidali nelle città che verranno attraversate dalla marcia a sostenere il più possibile questa iniziativa, divulgando l’informazione, chiamando giornalisti, attivando reti di conoscenza in solidarietà e sensibilizzando le istituzioni locali

In allegato inviamo alcuni documenti preparati per l’occasione, che verranno utilizzati dai compagni curdi nelle città in cui andranno per sensibilizzare le persone/istituzioni con cui parleranno e che possono essere utilizzati per pubblicizzare gli eventi. 

Volantino marcia

Scheda sciopero della fame maggio

Appello Giuristi

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1 Commento


  • Gianni Sartori

    Nel 46° anniversario della morte i curdi rendono onore alla memoria di IBRAHIM KAYPAKKAYA (il primo comunista turco a mettere in discussione il kemalismo e a sostenere l’indipendenza del Kurdistan)
    (Gianni Sartori)

    Il 18 maggio 1973 Ibrahim Kaypakkaya, 24 anni, veniva “giustiziato” con un colpo alla nuca nella prigione di Diyarbakir. Dopo quattro mesi di torture per estorcergli informazioni. Invano.
    Per quanto giovane (al momento della morte aveva solo 24 anni) era già uno dei principali esponenti del movimento comunista in Turchia e tra
    i fondatori del Partito comunista turco marxista-leninista (TPK/ML).
    Con il sollevamento militare del 1971 la repressine contro la sinistra si era inasprita e Kaypakkaya, come tanti altri militanti di sinistra , veniva arrestato.
    Già considerato uno dei maggiori teorici marxisti della Turchia, nei suoi scritti aveva criticato sia il kemalismo che le fondamenta teoriche dello stato turco. Aveva scritto infatti che “il kemalismo ha instaurato un regime borghese al servizio dell’imperialismo”.
    In particolare si era poi confrontato con la questione curda e
    fu sicuramente il primo tra i marxisti rivoluzionari turchi ad dichiararsi apertamente a favore dell’indipendenza curda.
    Per questo oggi i curdi lo ricordano e onorano.
    Gianni Sartori

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