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Intervista a John Shipton, padre di Assange

Ricordiamoci di Julian Assange (ripreso da Pressenza)

John Shipton, il padre di Julian Assange, è venuto per restare, almeno finché suo figlio non sarà libero. Il giorno dopo il suo discorso alla Porta di Brandeburgo e davanti all’ambasciata americana per la veglia di #Candles4Assange, abbiamo incontrato Shipton per una lunga conversazione.

Sembra quasi fragile per la sua gentilezza e modestia, oltre ad avere un sottile senso dell’umorismo; nonostante tutto si sente subito molta determinazione e fiducia in lui. Non c’è dubbio sul fatto che Assange gli assomigli.

John è venuto in Europa come ambasciatore per suo figlio Julian e sta facendo una campagna per aumentare la comprensione e il sostegno in ogni occasione.

Weltnetz.tv e Pressenza presentano questa commovente intervista.

John, è così bello averti qui a Berlino. Grazie per l’intervista. Ieri hai partecipato all’azione settimanale di solidarietà #candles4assange, di fronte alla Porta di Brandeburgo, accanto all’ambasciata americana e molto vicino a quella britannica. Come l’hai vissuta?

È stata un’occasione molto speciale, soprattutto perché la veglia per Julian Assange era davanti alla Porta di Brandeburgo. È stato molto commovente; le immagini viaggiano in tutto il mondo e fanno un’impressione molto forte sulle persone che ci sostengono e su coloro che potrebbero sostenerci in futuro.

Certo, abbiamo bisogno di molte immagini davvero forti, anche per fare pressione sulla Corte e tu stai davvero facendo un bel giro d’Europa in questo momento. Vieni da Londra, giusto?

Sì, sono diventato l’ambasciatore di Julian e, ovunque vada, parlo con le persone come noi oggi, generando comprensione e sostegno per Julian e unificando il gran numero di sostenitori, per poter esercitare pressione sui governi in modo mirato e deciso, invece di fare delle cose un po’ qui e un po’ là. Tutti quei sostenitori si schiereranno insieme e faranno in modo che Julian sia liberato dalla detenzione nel Regno Unito.

Vorrei aggiungere che ci sono stati tre eventi speculari della veglia di ieri sera alla Porta di Brandeburgo e sono andati tutti bene: uno a Düsseldorf, uno a Francoforte e uno a Colonia, Dunque ieri sera ci sono state quattro veglie per Assange.

Quando hai parlato l’ultima volta con Julian?

Ho visto Julian l’altro ieri nel pomeriggio, nell’orario di visita dalle 14:00 alle 16:00. Nelle ultime 50 settimane Julian ha potuto ricevere due visite di due ore al mese. Come puoi immaginare queste visite sono davvero preziose, dato che Julian passa 22 ore al giorno chiuso in isolamento nella sua cella. Questa è una punizione dietro l’altra, per un uomo che non ha commesso alcun crimine.

E come riesce a reggere, come affronta questo isolamento? Ora è molto peggio, ma va avanti da anni…..

Beh, non lo so, non so come faccia a cavarsela. È straordinario che abbia condotto campagne tanto potenti per WikiLeaks e, allo stesso tempo, sia stato completamente isolato dal dialogo umano. Nils Mills, relatore ONU sulla tortura, ha visitato Julian con due esperti medici nella prigione di Belmarsh.

Ho appena detto che il carcere di Belmarsh è un carcere di massima sicurezza e Julian è un super-prigioniero in un carcere di massima sicurezza, anche se non ha fatto del male a nessuno e non ha danneggiato nessun essere umano, nessun danno fisico. E ha una natura gentile, ma un’integrità e un intelletto molto forti. Questa è una crudeltà dietro l’altra. Ma Nils Mills ha detto che Julian mostra tutti gli aspetti, i sintomi della tortura, psicologicamente e fisicamente, per questo continuo e incessante isolamento… Questo è più che crudele, è malvagità e se non stiamo attenti si trasformerà in tragedia.

Deve essere molto difficile anche per te vedere cosa sta succedendo a tuo figlio e come viene punito per le sue buone azioni. Il lato umano è molto chiaro, ma vorrei ricordare ai nostri spettatori qual è il significato, oltre la tragedia umana, per ognuno di noi, di quello che sta accadendo a Julian Assange.

Bene, per noi ci sono due aspetti molto chiari: uno è la repressione della libertà di associazione, della libertà di parola e di stampa più o meno libera. La repressione di Julian e delle sue ramificazioni in tutto il mondo….. I giornalisti come Julian sono stati molestati e intimiditi in Australia, intimiditi in Ecuador, intimiditi in Brasile, intimiditi in Francia. Così, mentre Julian era trascinato fuori dall’ambasciata ecuadoriana a Londra da sette poliziotti, in tutto il mondo è sembrato che fosse una buona occasione per reprimere i giornalisti e la libertà di stampa e di associazione. Dobbiamo opporci a questo con tutte le nostre forze.

Poi c’è anche un secondo aspetto, ossia che Julian ha chiesto asilo politico e le Nazioni Unite hanno esteso il suo asilo, glielo hanno concesso. E quando diventi un rifugiato sei coperto dalle convenzioni a cui il Regno Unito, la Germania, la Francia, il mio paese, altri paesi hanno aderito. Quindi, in quanto rifugiato, ti è permesso di  viaggiare sul territorio del Regno Unito per assumere l’asilo in Ecuador, ma il Regno Unito ha rifiutato. Poi il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria si è riunito e ha deciso che Julian è stato detenuto arbitrariamente, che dovrebbe essere liberato e che il Regno Unito dovrebbe pagargli un risarcimento. Anche in questo caso è stato ignorato.

Inoltre, Julian è stato trascinato fuori dall’ambasciata dell’Ecuador e arrestato. Non è possibile arrestare un rifugiato. Avendo ottenuto l’asilo politico ai sensi delle convenzioni delle Nazioni Unite, di cui anche il Regno Unito è firmatario, non è possibile arrestare Julian per violazione della cauzione. Eppure il Regno Unito è andato avanti e lo ha condannato a 50 settimane di prigione, per una cosa minore, in un carcere di massima sicurezza, per 50 settimane, che sono scadute il 1° ottobre.

Quindi il secondo aspetto è qualcosa che dovremmo difendere, è un beneficio per tutte le nazioni e per tutti noi. Il primo è la libertà di stampa, la libertà di associazione, la libertà di parola. Il secondo sono le convenzioni che tutte le nazioni hanno firmato per gestire l’asilo politico e i rifugiati.

Penso che sia molto importante anche essere consapevoli di quanto stia veramente rischiando per noi. Voglio dire, non l’ha fatto per nessun beneficio personale, l’ha fatto davvero per noi e ora si trova in questa situazione. E penso che, nonostante l’enorme campagna diffamatoria contro di lui, riceva molta simpatia in tutto il mondo, ma ho anche l’impressione che la simpatia non sia sufficiente…..

Sebbene la simpatia ci sia e sia gratificante, la necessità….Bene, andiamo un po’ oltre, i regali che abbiamo ricevuto da WikiLeaks e il giornalismo di Julian sono immensi e di questo ci sono molti esempi. Per esempio il Cablegate ci permette di vedere come il nostro mondo geopolitico, come la nostra nazione cade e si costruisce all’interno dell’Impero americano, ci permette di vedere chi prende le tangenti, ci permette di vedere quelli che sono sordidi e traditori e, allo stesso tempo, quelli che non lo sono.

Ci permette, nel caso degli abitanti delle Isole Chagas, di andare alla Corte internazionale e chiedere giustizia, perché 3.000 abitanti delle Isole Chagas sono stati prelevati dalle loro case e scaricati alle Mauritius, in modo che gli Stati Uniti potessero costruire una base aerea a Diego Garcia e lanciare i B-52 per bombardare e distruggere l’Iraq. Un crimine di guerra dopo l’altro. Ci ha fatto vedere lo scarico di rifiuti tossici da parte di Trafigura sulla costa orientale dell’Africa, distruggendo i mezzi di sussistenza dei villaggi costieri. Un crimine dopo l’altro.

Questi sono regali immensi per tutti gli esseri umani, perché espongono i crimini del governo e delle corporazioni. Quindi Julian e WikiLeaks hanno fatto un enorme regalo a tutti noi e così facendo, abbiamo l’obbligo di assicurare che il processo continuo e la persecuzione di Julian finiscano adesso.

Sono completamente d’accordo, ma torno alla mia domanda iniziale. Questa espressione di simpatia che vediamo in tutto il mondo è sufficiente?

No, dobbiamo insistere affinché i nostri governi correggano questo errore, perché questo va a vantaggio di quei governi, della nostra nazione e della gente al suo interno, dobbiamo impegnarci in ogni modo possibile affinché i nostri governi si assumano seriamente le loro responsabilità di fronte ai cittadini, e mettano questo al di sopra del rapporto con l’attuale potenza egemone.

Una domanda sul tuo governo, sul governo australiano. Penso che a un certo punto tu abbia conversato con il Ministero degli Esteri australiano e sembra che ci sia la possibilità di riportare Julian a casa. C’è seriamente una volontà politica?

La Ministra degli Esteri Julie Bishop, sotto il Primo Ministro australiano Malcolm Turnbull, ha sollevato la questione di Julian con Jeremy Hunt, il Ministro degli Esteri del Regno Unito e una settimana dopo con il Segretario di Stato americano Pompeo in California. Pompeo, naturalmente, non era interessato. Jeremy Hunt ha schivato la questione, e ora abbiamo un governo diverso. Non conosco ancora il suo atteggiamento, ma all’interno del Parlamento abbiamo un crescente sostegno. Si tratta di parlamentari di diversi partiti che ci sostengono, quindi in breve tempo saremo in grado di costringere il nostro governo ad assumersi seriamente le proprie responsabilità nei confronti del cittadino Assange, il cittadino australiano Assange e aiutarci a porre fine a questa crudeltà nei confronti di Julian.

Ora sei a Berlino per qualche giorno. Quali sono le aspettative nei confronti del governo tedesco? Hai il sostegno dei parlamentari tedeschi?

Sì, abbiamo un po’ di sostegno. È un Parlamento molto grande, oltre 700 membri, quindi è difficile vederli in due giorni e oggi è un giorno festivo, ma torneremo. E, ripeto, è a vantaggio di Julian e a vantaggio del governo tedesco e dei media tedeschi e del popolo tedesco insistere sul rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, perché questo porta benefici e poteri al governo tedesco e benefici al popolo tedesco, e permette ai media tedeschi di seguire liberamente indizi e storie senza essere incarcerati, senza essere crudelmente rinchiusi, senza essere inseguiti ovunque dalla polizia segreta. Quindi è a loro vantaggio agire per assicurare che la persecuzione di Julian finisca.

Ne beneficiano ed è una loro responsabilità.

E, se posso andare oltre, è anche un obbligo.

Il tuo giro, come abbiamo detto all’inizio, in Europa….. Quanto tempo resterai in Europa?

Oh vorrei dire che Julian ha un sacco di amici a Berlino, moltissimi amici che hanno lavorato a stretto contatto con lui nel Computer Chaos Club. Amici. Quindi rimarrò in Europa fino a quando Julian, io e la sua famiglia potremo venire a Berlino e ringraziare personalmente gli amici e i parlamentari. Resterò in Europa per fare questo.

Molto bello. Vorresti aggiungere qualcosa che non hai avuto la possibilità di dire?

Oh, beh, solo che insieme ce la faremo. Su questo non ho dubbi.

Grazie mille, è davvero un onore averti qui a Berlino e grazie ancora per questa intervista.

Grazie a voi. È stato un grande piacere anche per me.

(Traduzione dallo spagnolo di Silvia Nocera)

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