Lo scorso 28 luglio si è tenuto in video-conferenza l’incontro dei leader politici a 30 anni dalla creazione del Forum di San Paolo. L’iniziativa fu in origine proposta dal leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro Ruiz, e dall’ex presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula Da Silva, nel luglio 1990, con l’Incontro dei partiti e movimenti politici dell’America Latina e dei Caraibi, ribattezzato un anno dopo Forum di San Paolo.
A trenta anni dalla sua creazione, il Forum continua ad essere uno spazio di dialogo, scambio di esperienze politiche, integrazione e unità dei settori progressisti e di sinistra, il cui obiettivo è quello di affrontare l’avanzata del neoliberismo nella regione.
In questa occasione, l’incontro era mirato ad unire nuovi sforzi affinché, attraverso la spinta del Forum di San Paolo, possano concretizzarsi diverse proposte e garanzie di carattere veramente popolare, per affrontare le sfide economiche e sociali dell’emergenza sanitaria, in contrasto con le politiche del capitalismo neoliberista che hanno mostrato un clamoroso fallimento proprio durante la pandemia del Covid-19.
Il Forum di San Paolo continua a sviluppare un’agenda antimperialista ed emancipatrice per l’America Latina e i Caraibi, al fine di costruire una società giusta con pari opportunità.
Il Forum ha condannato il blocco economico e commerciale degli Stati Uniti contro Cuba, ha anche denunciato le misure coercitive unilaterali contro il popolo venezuelano, così come i tentativi di interferire negli affari interni del Paese, ha rinnovato la solidarietà con il governo progressista del Nicaragua in seguito alle sanzioni economiche dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati.
Di seguito la sintesi degli interventi di Daniel Ortega (Nicaragua), Nicolás Maduro (Venezuela) e Miguel Díaz-Canel (Cuba), riportata da Granma.cu. Il video integrale dell’incontro è disponibile qui.
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Daniel Ortega: “Il capitalismo è il più grande virus”
Nel suo discorso, il Presidente della Repubblica del Nicaragua, Daniel Ortega Saavedra, ha condannato il recente attacco al Consolato venezuelano di Bogotà, in Colombia. Questo atto viola la Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e si aggiunge alle aggressioni contro Caracas perpetrate dal governo di Iván Duque.
Il presidente nicaraguense ha trasmesso tutta la solidarietà al presidente Miguel Díaz-Canel e al popolo cubano, “un popolo che per più di 60 anni ha resistito a numerose aggressioni e a un ingiusto blocco da parte degli Stati Uniti”, e si è congratulato con il canale Telesur per il suo 15° anniversario.
Ha inoltre espresso la sua solidarietà alla Patria di Bolívar, definita “una minaccia insolita e straordinaria” per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, con il decreto emanato dal governo dell’allora presidente Barack Obama contro la nazione sudamericana.
Daniel Ortega ha condannato l’interferenza storica imperialista sui popoli di Nuestra América, in particolare la Dottrina Monroe – sintetizzata nella frase “America per gli americani“. I Paesi imperialisti “sono i padri del colonialismo, del terrorismo, della violazione dei diritti umani dei nostri popoli. In queste condizioni, l’America Latina e i Caraibi hanno combattuto e condotto mille battaglie con popoli che non sono disposti a sottomettersi, anche se torturati, schiavizzati e uccisi”, ha detto.
Ha sottolineato l’impresa realizzata per raggiungere l’unità regionale: la validità delle idee di Simón Bolívar, José Martí, Miguel Hidalgo, Augusto César Sandino, l’esempio della Rivoluzione cubana e leader come Fidel Castro e Hugo Chávez.
Ha sottolineato la solidarietà delle Grandi Antille con i popoli del mondo. “Al di là delle differenze ideologiche, Cuba era presente con le sue brigate mediche in Nicaragua quando si verificò il terremoto nel 1972”, ha ricordato in riferimento al gesto del paese cubano di fronte al terremoto che causò grandi distruzioni e circa 5.000 morti nel paese centroamericano, anche se non c’era nessun tipo di relazione con il governo di Somoza. In risposta a questo disastro naturale, Cuba ha inviato una brigata composta da 48 compagni e più di 10 tonnellate di materiali diversi.
Il presidente nicaraguense ha elogiato le vittorie elettorali del Fronte di Liberazione Nazionale Sandinista (FSLN) per “governare dal basso” e le conquiste della Rivoluzione Sandinista a beneficio dei più umili.
Per quanto riguarda il Forum di San Paolo, Ortega Saavedra ha ritenuto che “abbiamo cominciato ad incontrare le forze politiche che erano state legate alla solidarietà con la Rivoluzione Cubana e la Rivoluzione Sandinista (…) Grazie a questa iniziativa di Fidel e Lula per organizzare il Forum di San Paolo è stato possibile realizzare, dopo secoli, il sogno supremo di Bolivar, come lo chiamava Sandino”.
Ha denunciato le pressioni e le misure coercitive unilaterali degli Stati Uniti contro Cuba, Venezuela e Nicaragua, e ha elogiato gli sforzi di integrazione regionale attraverso organizzazioni come la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Celac) e l’Alternativa Bolivariana per i Popoli di Nuestra América – Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP).
Riferendosi alla pandemia di Covid-19, ha sottolineato che questa ha gravi conseguenze per l’economia mondiale e la portata della sfida che rappresenta per i popoli.
“Il capitalismo è il virus più grande, il neoliberalismo è il virus più grande, fratelli del Forum di San Paolo. Siamo sicuri che sul pianeta si è generata una grande consapevolezza, che dobbiamo cambiare il modello e creare Stati veramente pieni di umanismo, solidarietà, amanti della giustizia, della libertà, rispettosi del diritto internazionale e difensori del nostro pianeta Terra”, ha affermato.
Nicolás Maduro: “Il Forum di San Paolo è più vivo che mai”
Il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro Moros, ha sottolineato che l’evento è stato trasmesso in diretta su diversi social network e sul canale Telesur nel suo 15° anniversario.
“Siamo la continuità storica dell’America Latina e dei Caraibi. Oggi festeggiamo i 30 anni del Forum di San Paolo” e come regalo per l’evento invierà “L’epopea del popolo coraggioso”, una raccolta di articoli sulla lotta del popolo venezuelano per costruire il socialismo e resistere agli attacchi dell’imperialismo, che include analisi e discorsi su Celac, ALBA-TCP, Telesur, tra le altre pietre miliari storiche.
Ha ricordato che questo 28 luglio è il 66° anniversario della nascita dell’eterno Comandante Hugo Chávez Frías, nella stessa occasione in cui si celebrano i 30 anni del Forum di San Paolo. Il presidente venezuelano ha presentato al pubblico un video con una selezione di discorsi e momenti emozionanti del comandante Chávez, in omaggio all’anniversario.
“Chavez è più futuro che passato, è una storia in sviluppo. Questo è ciò che i nemici dei nostri popoli non capiscono. Fidel direbbe: “Io porto nel cuore le dottrine del Maestro”, noi portiamo nel cuore le dottrine dei nostri leader”.
“Sembrava che tutte le luci del mondo si stessero spegnendo: la caduta del muro di Berlino e la scomparsa dell’Unione Sovietica, il Forum di San Paolo è nato e le porte si sono aperte ai movimenti progressisti, sociali, intellettuali e culturali, tra gli altri”.
“Il Forum è stato la grande forza democratizzante e avanzata, la forza che riunisce il maggior numero di partiti e movimenti, l’organismo più ampio, inclusivo e rappresentativo degli ultimi 30 anni in America Latina e nei Caraibi. È stata la madre dei movimenti integrazionisti e dell’unità regionale”, ha detto Maduro.
Ha denunciato l’attuale situazione causata dalla pandemia di Covid-19 da parte del governo de facto in Bolivia e la drammatica crisi causata da questa malattia in Brasile. “In tutta l’America Latina e nei Caraibi una nuova ondata arriverà prima o poi a beneficio dei nostri popoli, grazie al salvataggio dell’UNASUR e di altre organizzazioni”.
“Dobbiamo continuare a rafforzare questo organismo di coordinamento. Che non rimanga solo a sinistra, che si incontri con i movimenti progressisti e sociali, che vada nelle comunità e nei quartieri, che rompa il settarismo e il dogmatismo. Credo sia importante andare verso una nuova sinistra rinnovata, riscattando le bandiere storiche”, ha esortato il presidente venezuelano.
Ha detto che, nonostante la pandemia, la nazione bolivariana è immersa in un nuovo processo elettorale convocato per il 6 dicembre, dove saranno eletti i deputati all’Assemblea Nazionale per il periodo 2021-2026. “Ancora una volta vinceremo”, ha detto.
“Il Forum di San Paolo è più vivo che mai. Contate sul Venezuela per continuare a rafforzare questo forum di ribellione in America Latina e nei Caraibi. 30 anni di storia e la storia continua”, ha concluso Nicolas Maduro.
Miguel Díaz-Canel: “Continueremo a lavorare con il Forum di San Paolo per contribuire all’unità e all’integrazione dell’America Latina e dei Caraibi”
Miguel Díaz-Canel Bermúdez, membro dell’Ufficio Politico del Partito e Presidente della Repubblica di Cuba, nel suo discorso all’Incontro dei leader per il trentesimo anniversario del Forum di San Paolo, ha ricordato che: “Trent’anni fa, i disertori della disperazione, gli appassionati del mercato, i portavoce del pensiero unico, hanno fatto credere che la Storia fosse finita. Eccoci qui, resistenti difensori della speranza, di un altro mondo possibile, che festeggiano 30 anni di un abbraccio che è già storia”.
Ha sottolineato che oggi si celebra il 30° anniversario del Forum, “un’idea nata dal genio politico di Fidel e da un protagonista eccezionale di questa impresa unitaria: il fratello Lula”, ex presidente e leader del Brasile e della regione.
Ha sottolineato che la creazione del Forum di San Paolo “è stato come un colpo alla nave che sembrava alla deriva” e che “la marcia della Storia non poteva essere fermata. Gli ideali socialisti sono stati fatti rivivere nel cortile dell’imperialismo con la loro personalità e la loro forza. Oggi è giusto riconoscere il compagno Lula e i leader del Partito dei Lavoratori del Brasile per la loro performance alla guida della Segreteria Esecutiva del Forum”.
Díaz-Canel ha ringraziato il Forum per il suo appoggio permanente al popolo cubano, in particolare per la campagna di solidarietà per la rimozione del blocco contro la grande isola delle Antille, che ha dispiegato quest’anno.
Ha ricordato che l’incontro virtuale coincide con il 66° compleanno “di un caro amico di Cuba e di tutti i popoli che lottano, il comandante Hugo Chavez, che al Forum del 2012, ci ha invitato a porre senza paura la prima pietra della liberazione sudamericana, latinoamericana, caraibica e globale”.
“L’esempio invincibile di Chávez ci chiama ora a continuare la lotta, con fermezza e ottimismo, convinti che non ci sono ostacoli, per quanto difficili possano sembrare, che i nostri popoli, uniti, non possono superare, come oggi il Venezuela, il Nicaragua e Cuba stanno dimostrando”, ha detto il capo dello Stato cubano.
In relazione al Covid-19, ha avvertito che la regione delle Americhe è oggi “il triste epicentro della pandemia. Le politiche neoliberiste di molti governi, che puntano a salvare il mercato sulle vite umane, rendono impossibile prevedere il momento in cui sarà possibile un controllo definitivo della malattia”.
Ha denunciato che in mezzo a questo panorama “spiccano le azioni ingeriste e le violazioni del diritto internazionale che l’imperialismo sta compiendo contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, che noi condanniamo e respingiamo. Riaffermiamo anche la nostra solidarietà con il governo e il popolo sandinista, guidato dal comandante Daniel Ortega, e respingiamo le misure coercitive unilaterali che minacciano la pace, il benessere, la giustizia e lo sviluppo del popolo nicaraguense”.
Ha affermato di parlare “in nome di una Cuba sovrana, rivoluzionaria e solidale, che non si lascerà mai soggiogare, né con la seduzione né con la forza. La Patria di Martí, di Fidel, di Raúl”, di “un popolo eroico e nobile, che per 60 anni ha resistito al più crudele e genocida dei blocchi, un assedio economico, commerciale e finanziario della più grande potenza mondiale, intensificato nel mezzo del confronto con la pandemia”.
Il presidente cubano ha sottolineato che, sotto la guida del Partito e del Governo, insieme alle organizzazioni politiche, di massa e sociali e al popolo, Cuba ha controllato e sta sconfiggendo, senza eccessi di fiducia, il Covid-19. “Quella vittoria, che comprende il nostro impegno a renderla sostenibile nel tempo, è il frutto della volontà politica di uno Stato socialista che ha l’essere umano al centro delle sue politiche”, ha aggiunto.
Allo stesso tempo, ha riconosciuto la solidarietà di Cuba con gli altri popoli del mondo nella lotta contro la pandemia. “Ci sono ora 45 brigate del contingente Henry Reeve contro i disastri naturali e le gravi epidemie, che forniscono collaborazione in 58 paesi si sono uniti agli sforzi nazionali e locali per combattere la malattia, curando 83.268 pazienti con COVID-19 e salvando finora 13.636 vite”, ha precisato.
“Invito le forze politiche che compongono il Forum di San Paolo a mobilitarsi insieme per affrontare le nuove sfide, insieme ai movimenti sociali e popolari e agli intellettuali della sinistra”, ha concluso Díaz-Canel.
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