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Israele. La terra trema sotto i piedi di Netanyahu, ma senza troppe illusioni

Forse Bibi Netanyahu aveva sperato che, scatenando una nuova escalation contro i palestinesi a Gaza e nei Territori Palestinesi, avrebbe portato a casa la pelle.

La cronaca ci ricorda che quando è scattato l’allarme per i razzi palestinesi su Israele, era stata evacuato anche il tribunale in cui Netanyahu compariva come imputato.

Ma che i giorni di fuoco di due settimane non potessero mettere al riparo per l’ennesima volta Netanyahu si era intuito. Già in quei giorni più volte contro di lui aveva tuonato Yair Lapid, leader politico centrista.

In una breve corrispondenza su Fb, Michele Giorgio scrive che: “Netanyahu pare giunto ai titoli di coda. Ottenuto l’appoggio dell’ultranazionalista religioso Naftali Bennett, il ‘centrista’ Yair Lapid è vicino a formare un governo senza Bibi e con premier a rotazione.

Ma il suo esecutivo multicolore, di cui fanno parte anche i Laburisti e il Meretz (sinistra sionista), in realtà pende molto a destra, quella estrema. Bennett che sarà/dovrebbe essere primo ministro per 2 anni è più estremista di Netanyahu in politica estera ed esclude categoricamente l’autodeterminazione dei palestinesi anche solo in un lembo della Palestina storica.

La sua collega di partito, Ayelet Shaked, altrettanto oltranzista, è destinata ad occupare la poltrona di ministro dell’interno in un momento molto delicato per i rapporti tra la maggioranza ebraica e la minoranza palestinese in Israele.

Nel governo ci saranno anche Avigdor Lieberman e Gideon Saar, due rivali di Netanyahu con posizioni di estrema destra. Insomma, lo stallo politico in Israele forse è superato ma al posto di Netanyahu non ci saranno certo dei progressisti”.

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