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L’accordo tra Cuba e la Calabria mette al primo posto la vita delle persone

Insieme ai circa 500 medici cubani che generosamente si metteranno a disposizione della popolazione calabrese, discriminata rispetto agli altri cittadini italiani dalla carenza del personale sanitario, nonostante la Costituzione proclami l’uguaglianza come valore fondante, i protagonisti dell’accordo firmato ieri all’ambasciata cubana – afferma Luciano Vasapollo, docente di economia alla Sapienza e storico amico di Cuba dove ha collaborato lungamente con Fidel Castro – sono il presidente cubano Miguel Díaz-Canel e il governatore della Calabria Roberto Occhiuto”. 

Il primo – ha spiegato Vasapollo a FarodiRomaper la continuità delle sue scelte con la grande intuizione di Fidel Castro, che si può sintetizzare nello slogan ‘Medici non bombe!’ ovvero la grande eccellenza medica cubana come risposta alle sofferenze di tante popolazioni provate da calamità e bisogni che localmente non possono essere soddisfatti, come appunto avviene oggi in Calabria per mancanza di un numero sufficiente di medici”. 

Calabrese di origine, il prof. Vasapollo esprime la propria gratitudine al presidente Diaz-Canel in quanto “continuatore di quel formidabile programma di formazione di specialisti della salute a servizio della cooperazione con le altre nazioni”.

In merito l’economista cita le parole di Fidel: “La Rivoluzione ha la forza, ed ha le risorse, e l’organizzazione e gli uomini – uomini, che è la cosa più importante – per un piano di formazione di medici nelle quantità che sono necessarie. E non solo molti, ma soprattutto buoni e buoni come uomini e come donne, come patrioti e come rivoluzionari!”.

Diaz-Canel – aggiunge Vasapollo – si è mosso in assoluta continuità con Fidel, non limitando l’invio dei medici ai soli paesi socialisti o comunque vicini alle posizioni di Cuba, ma seguendo l’esempio offerto dal Lider maximo che inviò i medici cubani perfino negli USA, in occasione delle tremende alluvioni in Louisiana a seguito all’uragano Katrina dell’agosto 2005”. 

Nonostante il rifiuto opposto dal governo americano, Cuba rispose a questi eventi con l’invio di una brigata medica e di tre ospedali da campo nelle zone colpite mobilitando 1586 medici e 36 tonnellate di aiuti umanitari. Nacque così il Contingente “Henry Reeve”. “Il nome – ricorda Vasapollo – non fu scelto a caso: Reeve era, infatti, un giovane statunitense che, nel 1873, giunse a Cuba per unirsi all’Esercito di Liberazione”. 

Lo stesso spirito solidaristico e del tutto disinteressato – sottolinea il docente – ha spinto Cuba nel momento più cupo della pandemia, nel 2020, ad inviare i medici in Italia, precisamente in Lombardia e Piemonte, dove hanno salvato tante vite mettendo a rischio, e un alcuni casi perdendo le proprie”.

Quanto a Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, “Da esponente comunista – spiega – mi sento di sottolineare il coraggio di questo ex parlamentare di Forza Italia che per mantenere gli impegni assunti con i calabresi ha saputo sfidare le posizioni preconcette contro Cuba dei tradizionali alleati d’Oltreatlantico.

Non si è trincerato dietro alle formule classiche dei politici che danno colpa ai predecessori e ai governi nazionali per i tagli alla sanità che hanno portato alla crisi drammatica dei presidi calabresi. Responsabilità che sono evidenti, ma prima ancora di individuarle, come è doveroso, Occhiuto ha ritenuto necessario trovare una soluzione. Ed è quello che ha fatto con l’accordo di ieri all’ambasciata cubana”.

Personalmente – ha concluso Vasapollo – ho lavorato molti anni come amico di Cuba e collaboratore delle istituzioni culturali, prima a fianco di Fidel, ed ora sono amico del presidente Diaz-Canel.

Da calabrese credo molto nell’amicizia tra popoli che hanno sofferto: quello di Cuba, ferito da 60 anni di un bloqueo genocida e quello della Calabria che ha subito offese e insulti dalla criminalità ma anche dalla miopia di uno Stato che ha trascurato questi suoi figli, e di generazioni di politici che hanno depredato la Calabria spartendosi risorse e potere”.

* da IlFarodiRoma

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2 Commenti


  • Simone Barbaro

    A.A.A. CERCASI PENSIERO LOGICO.

    L’uomo della strada elabora pensieri semplici, lineari, ma spesso partorisce soluzioni naturali disarmanti. Qualcuno lo chiama “pensiero logico induttivo” generato non dalla scienza, o dall’analisi statistica delle informazioni (dati), ma dal processo previsionale consequenziale di singoli fatti.
    Io che vengo dalla strada, dovrei credere logica la decisione che se nel mio frigo ho del cibo di pregio “congelato”, medici SOSPESI, faccio bene a rifornimi di nuovo cibo da un nuovo fornitore???

    Questa non é una società caotica, ma letteralmente illogica…


  • Tina

    Bene, bravissimi Occhiuto e Vasapollo, onore a voi e grazie a Cuba

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