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La guerra, il gas, il fascismo…

L’ Europa non può fare a meno del gas russo (e delle materie prime provenienti da quel paese).

L’economia non segue le suggestioni della politica, semmai è la politica l’ancella che dovrebbe servire a garantire il “migliore” funzionamento dell’economia.

Compravamo dalla Russia non perché succubi delle “oscure manovre” di Mosca, ma perché quel gas (e tutto il resto che serviva alla nostra economia manifatturiera) costava meno e era più facilmente reperibile.

Diminuire i costi di produzione o si è sconfitti dalla concorrenza è la prima regola del capitale

La Russia (e la Cina) era e lo è ancora nonostante le sanzioni perfettamente integrata nel mercato mondiale di merci e capitali.

La locomotiva tedesca correva, e si trascinava dietro i vagoni del resto delle nazioni del vecchio continente, grazie alla disponibilità a buon mercato delle materie prime russe.

La guerra ha messo in crisi questa corrispondenza di amorosi (e redditizi) sensi, basata fra i comuni interessi delle oligarchie economiche russe e europee.

I mercati si sono chiusi e alle locomotive è mancato il carburante, l’energia per funzionare.

L’economia europea, coi prezzi dell’energia in continua crescita esponenziale non può riadattarsi alla mutata situazione, se non a costi altissimi.

Costi sociali che ne mineranno l’attuale configurazione rendendone difficile la governabilità.

La sopravvivenza dell’economia europea, della sua costruzione politica, della sua moneta, è legata a due sole possibilità.

La svendita dell’Ucraina, imponendogli la resa in cambio del ripristino delle condizioni precedenti, della riapertura dei mercati…

O l’impegno diretto e totale nella guerra.

La recrudescenza dello stato di guerra, con tutto ciò che comporta, come unico modo per fare accettare la crisi, i sacrifici e le privazioni che si prospettano.

La guerra interna per imporre la guerra all’esterno.

Per quanto provi a rimanere coi piedi per terra non riesco a immaginare scenari diversi.

La borghesia europea ha solo due possibilità.

O la “resa” o il “fascismo”.

O la svendita dell’Ucraina in cambio del gas e di ciò che le serve per continuare a produrre, comprese le armi che al momento sono la merce più ricercata, o la trasformazione dell’Europa in una caserma in guerra permanente.

Una soluzione “riformista” non c’è e continuare a illudersi che sia possibile venirne fuori in maniera “indolore” serve solo a rendere più drammatico il “risveglio”.

 * da Facebook

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2 Commenti


  • Mauro

    Be’, figurati,hanno reso accettabile il fascismo sanitario pensa quello della guerra che verrà…


  • E Sem

    Tutto procede secondo quanto stabilito. L’ annientamento della capacita’ decisionale europea e’ quasi completata. Il.fascismo schizofrenico imposto dai dem usa (o meglio da chi controlla questa amministrazione) sta dilagando. La farsa materie prime e gas non ha trovato resistenza alcuna. Ora si può procedere senza resistenza alcuna a svuotare l’ armadietto delle marmellate.

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