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Edgar Snow, il primo giornalista occidentale a raccontare l’epopea del Partito Comunista Cinese

Edgar Snow, è un nome familiare in Cina. Era un giornalista statunitense meglio conosciuto per il suo libro del 1937 intitolato “Stella Rossa sulla Cina”, che ritraeva un’immagine chiara e convincente di come l’allora “misterioso” Partito Comunista Cinese guidò la rivoluzione e portò la dignità umana e l’uguaglianza nella popolazione – risvegliando milioni di cinesi – attraverso conversazioni penetranti con figure chiave del Partito, tra cui Mao Zedong.

Il bestseller di Snow ha fornito la prima occhiata alla vera base del PCC e ai suoi leader che venivano descritti come banditi “con facce e zanne da cani” dal Kuomintang, il partito al governo della Cina prima del 1949, che aveva lavorato duramente per soffocare la rivoluzione attraverso l’esercito e blocchi economici dal 1930.

Il libro è servito come “riferimento” per almeno due ex presidenti degli Stati Uniti – Franklin D. Roosevelt e Richard Nixon – e ha anche contribuito alla normalizzazione delle relazioni Cina-USA negli anni ’70.

Il 13 luglio 1936, dopo un lungo e difficile viaggio, Snow arrivò a Bao’an, un villaggio di Yan’an dove aveva sede il Comitato Centrale del PCC, e incontrò Mao Zedong. Durante le loro conversazioni, Mao Zedong ha raccontato per la prima volta, la nascita e la crescita dell’Armata Rossa, lo sviluppo delle basi del PCC e la sua politica; e per la prima volta ha anche condiviso le sue opinioni del partito comunista su questioni internazionali e la disponibilità del PCC a cercare una cooperazione più forte con i paesi amici basata sul rispetto reciproco.

Snow è rimasto profondamente colpito dagli ideali dei comunisti cinesi e dal carisma e dalla conoscenza di Mao Zedong. Ha visto l’esperienza di Mao come un microcosmo di un’intera generazione di cinesi. Ciò che rendeva diverso Mao era che quando parlava, parlava per il popolo cinese comune, in particolare i contadini. Snow in seguito descrisse questi discorsi come i più preziosi della sua vita.
Durante quel periodo, Snow ha potuto parlare con oltre un centinaio di comandanti dell’Armata Rossa, ha intervistato i soldati in prima linea e registrato la loro vita quotidiana. Si è anche impegnato a lungo con la gente comune. I rapporti autentici e di prima mano di Snow presentavano rappresentazioni molto diverse rispetto alla propaganda del Kuomintang.

Dopo oltre 100 giorni passati nello Shaanxi, Snow ha trovato la risposta che stava cercando. Ha ricordato i quattro mesi trascorsi con l’Armata Rossa come un’esperienza molto stimolante, durante i quali ha incontrato il popolo cinese più libero e felice che avesse mai conosciuto.

Dopo essere tornato negli Stati Uniti, Snow ha continuato a condividere storie sulla guerra della Cina contro l’aggressione giapponese nel suo paese e con il mondo.

Oggi, presso il lago dell’Università di Pechino, una delle istituzioni di istruzione superiore più prestigiose della Cina, c’è una lapide con un epitaffio che recita “In memoria di Edgar Snow, un amico americano del popolo cinese”, scritto sia in cinese che in inglese. Snow non ha mai nascosto il suo amore per la Cina. Ora riposa in pace in Cina – come ha voluto nel suo testamento – una terra che ha amato profondamente e dove è amato.

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