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Su Gaza Usa isolati all’Onu e colpiti in Iraq, feroci combattimenti tra le macerie

Gli Stati Uniti hanno confermato alla riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che si oppongono a un cessate il fuoco immediato nei combattimenti che infuriano a Gaza.

“Mentre gli Stati Uniti sostengono con forza una pace duratura, in cui sia israeliani che palestinesi possano vivere in pace e sicurezza, non sosteniamo le richieste di un cessate il fuoco immediato”, ha affermato il vice ambasciatore degli Stati Uniti Robert Wood.

Al contrario i responsabili diplomatici di un gruppo di nazioni arabe e islamiche, in visita a Washington, hanno chiesto la fine dei combattimenti nella Striscia di Gaza.

Anche il rappresentante permanente della Francia, Nicolas de Rivière, ha ribadito l’appello del suo Paese per “una nuova, immediata e duratura tregua umanitaria”, che deve portare a un cessate il fuoco permanente. Data la gravità della situazione, ha detto che la Francia ha deplorato la decisione delle autorità israeliane di non rinnovare il visto di Lynn Hastings, la coordinatrice residente delle Nazioni Unite, che ora dovrebbe essere espulsa la prossima settimana da Israele.

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Il Segretario di Stato Usa ha dovuto rettificare le sue dichiarazioni

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, intanto ha dovuto rettificare il tiro nella sua critica pubblica alla condotta di guerra di Israele nel sud di Gaza, affermando che c’è un divario tra le intenzioni dichiarate dal governo di Tel Aviv di proteggere i civili e il numero di vittime che si registrano sul terreno.

Smentito dalle notizie che arrivavano dal campo, Blinken, che in una dichiarazione precedente aveva dichiarato che Israele stava facendo il possibile per ridurre le vittime civili, ha dovuto cambiare registro.

“A quasi una settimana dall’inizio di questa campagna nel sud… resta imperativo che Israele ponga l’accento sulla protezione dei civili”… “rimane un divario tra… l’intenzione di proteggere i civili e i risultati effettivi che stiamo vedendo sul campo”, ha detto ieri in una conferenza stampa a Washington dopo l’incontro con il ministro degli Esteri britannico David Cameron.

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Infuriano i combattimenti tra le macerie di Gaza

L’IDF ha annunciato venerdì pomeriggio che il sergente maggiore Naftali Yonah Gordon, 32 anni, e il sergente di prima classe Omri Rot, 25 anni, entrambi soldati della 188a brigata corazzata, sono stati uccisi in azione nella Striscia di Gaza. I soldati israeliani sono stati uccisi durante un blitz nel quale puntavano a liberare un militare israeliano preso in ostaggio il 7 ottobre.

L’ala militare di Hamas, le Brigate Ezzedin al-Qssam, ha affermato di aver sventato il tentativo israeliano di liberare uno degli ostaggi il quale – ha aggiunto – ”è rimasto ucciso” nell’operazione. In Israele finora sulla vicenda si registrano solo commenti imbarazzati.

Secondo Hamas l’unità speciale israeliana incaricata del blitz – la Lotar-che agiva insieme alla 188a Brigata – è stata scoperta dai combattenti palestinesi e ha subito perdite. E’ allora intervenuta l’aviazione che ha bombardato la zona. In questo bombardamento ”un soldato ostaggio, di 25 anni, è rimasto ucciso”.

Dall’inizio delle operazioni di terra il mese scorso, 93 militari israeliani sono stati uccisi e un totale di 418 hanno perso la vita dal 7 ottobre.

La zona nord della Striscia e la stessa Gaza City appaiono ancora lontane dall’essere controllate dall’esercito israeliano. Secondo il Palestine Chronicle, “distruggendo infatti vaste aree di Gaza – quasi la metà degli edifici è stata cancellata – la strategia militare israeliana gli si è ritorta contro”.

I combattenti palestinesi stanno trovando più facile far esplodere gli edifici dove i soldati israeliani si stanno rifugiando, trovano nascondigli tra le macerie, pur continuando a utilizzare in modo efficiente la rete dei tunnel per colpire e tornare alle loro posizioni in sicurezza.

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Non cessano i lanci di razzi da Gaza verso il territorio israeliano

Nonostante l’offensiva di terra e i bombardamenti israeliani, da Gaza continuano ad essere lanciati razzi in direzione di Israele.

Secondo il Times of Israele due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza si sono schiantati nel mare davanti alle coste di Israele, provocando grandi esplosioni che hanno scosso Tel Aviv, Ramat Gan, Givatayim, Holon, Rishon Lezion e altre città vicine. Schegge sono state trovate in diverse località intorno a Tel Aviv dopo che alcuni razzi lanciati dalla Striscia di Gaza sono stati intercettati sopra la città, facendo scattare le sirene di allarme antiaereo lì e nelle città vicine.

L’agenzia israeliana Ynet news riporta che in precedenza, quattro razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza verso la città meridionale di Sderot, facendo scattare le sirene di allarme antiaereo lì e nelle comunità vicine. Due razzi sono stati intercettati dalle difese aeree, mentre gli altri due sono caduti al di fuori dei confini della città. L‘allarme è suonato nella città meridionale di Nitzanim dove è stato intercettato un altro razzo.

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Iraq. Razzi contro ambasciata e base militare statunitense

Almeno tre razzi che avevano come obiettivo l’ambasciata degli Usa nella Zona Verde di Baghdad sono stati lanciati all’alba, cadendo alla periferia del quartiere (ritenuto sicuro) che ospita istituzioni governative e rappresentanze diplomatiche.

Un funzionario militare statunitense ha confermato che sono stati attivati gli allarmi e che sono stati uditi “probabili rumori di impatto” nelle vicinanze dell’ambasciata e della base Union III, che ospita le truppe della coalizione internazionale guidata dagli USA.

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