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Negli USA fermato un giornalista britannico. Criticava Israele

Un noto giornalista e analista politico britannico, Sami Hamdi, è stato arrestato domenica mattina all’aeroporto internazionale di San Francisco dall’Ice, l’Agenzia federale per il controllo dell’immigrazione.

A rendere nota la notizia è Lettera 43, la quale riferisce che si tratta di una misura di ritorsione per le sue critiche a Israele nel contesto della guerra a Gaza, espresse durante un tour di conferenze negli Stati Uniti.

In un comunicato, l’associazione Council on American-Islamic Relations (Cair) ha definito la detenzione “un affronto alla libertà di parola” e chiesto il suo rilascio immediato.

La portavoce del Dipartimento per la Sicurezza interna, Tricia McLaughlin, ha confermato il fermo su X: “Il suo visto è stato revocato, ed è in custodia dell’Ice in attesa di rimpatrio”. Ha aggiunto che, “sotto la presidenza Trump, chi sostiene il terrorismo o minaccia la sicurezza nazionale non potrà lavorare né visitare questo Paese”.

Sami Hamdi, è il direttore di un centro di analisi geopolitica – The International Interestma è anche un volto noto di emittenti come Sky News. Sabato scorso era intervenuto al gala del Cair di Sacramento e avrebbe dovuto parlare il giorno successivo in Florida.

Il padre di Hamdi, Mohamed El-Hachmi Hamdi, ha detto in un post su X che suo figlio “non ha alcuna affiliazione” con nessun gruppo politico o religioso.La sua posizione sulla Palestina non è allineata con alcuna fazione lì, ma piuttosto con il diritto del popolo alla sicurezza, alla pace, alla libertà e alla dignità. È, semplicemente, uno dei giovani sognatori di questa generazione, desideroso di un mondo con più compassione, giustizia e solidarietà“, ha aggiunto il genitore a sua volta rifugiato politico tunisino in Gran Bretagna.

Secondo Al Jazeera, la sua detenzione avviene in un contesto più ampio che vede le autorità USA bloccare l’ingresso nel paese a voci palestinesi e filo-palestinesi.

A giugno, due palestinesi, Awdah Hathaleen e suo cugino Eid Hathaleen, sono stati respinti allo stesso aeroporto di San Francisco e deportati in Qatar. Settimane dopo, Awdah sarebbe stato ucciso da un colono israeliano nella Cisgiordania occupata.

L’opinionista di estrema destra e sostenitrice di Trump, Laura Loomer, che si è pubblicamente definita una “orgogliosa islamofoba” e “sostenitrice dei bianchi”, ha immediatamente festeggiato di aver avuto un ruolo nella detenzione di Hamdi.

La vicenda si inserisce in un clima di crescente repressione contro le voci critiche verso Israele negli USA. Dallo scorso gennaio, l’amministrazione Trump ha avviato un giro di vite sull’immigrazione, revocando visti e deportando attivisti e giornalisti filo-palestinesi. Pochi giorni fa, il giudice federale William G. Young, ha definito incostituzionale la politica di detenzione per motivi d’opinione, ma la Casa Bianca ha annunciato che continuerà ad applicarla.

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