Tutti gli ultimi governi hanno condiviso le scelte dell’Unione europea, della BCE e del Fondo Monetario Internazionale orientate a salvare il sistema bancario scaricando i costi della crisi sui lavoratori e sui settori più deboli della società.
La disoccupazione ufficiale è al 12% e quella giovanile rasenta il 40%. La precarietà ha completamente soppiantato il lavoro a tempo indeterminato. Il conto della CIG e della mobilità è altissimo, si delocalizza la produzione e si chiudono uno dopo l’altro siti produttivi, intascando gli utili e lasciando i lavoratori e le lavoratrici sul lastrico.
Gli immigrati, oltre al lavoro, perdono anche il permesso di soggiorno precipitando nella clandestinità.
I salari e le pensioni sono fermi e non tengono più il costo della vita, i contratti non vengono rinnovati mentre sui luoghi di lavoro si intensifica lo sfruttamento e aumenta l’orario di lavoro di fatto. L’aumento dell’età pensionistica fino a 70 anni condanna gli anziani a lavorare a vita e i giovani alla disoccupazione.
La popolazione povera in Italia ha raggiunto livelli impensabili andando ad interessare anche una consistente parte di ceto medio, di lavoro dipendente, di pensionati. L’attacco al welfare e i tagli a sanità, pensioni e scuola stanno facendo sì che migliaia di persone abbiano smesso di curarsi, che i pensionati frequentino le mense pubbliche, che l’istruzione sia tornata ad essere privilegio di pochi.
Il diritto all’abitare e al reddito viene costantemente negato costringendo migliaia di famiglie, di giovani, di migranti ad occupare stabili vuoti e a subire la violenta repressione dello stato. Oltre 500.000 famiglie sono in difficoltà a pagare il mutuo. Già 150.000 famiglie hanno chiesto deroghe alle banche e alle finanziarie. Il continuo aumento delle tasse, l’aumento delle tariffe sta ulteriormente erodendo il potere di acquisto delle famiglie, mentre l’evasione fiscale e contributiva ha raggiunto livelli indecenti. Prosegue la politica delle grandi opere, delle spese militari, della devastazione dell’ambiente e dei beni culturali.
Ogni manifestazione di dissenso viene ferocemente repressa, ogni movimento di lotta viene etichettato come nuovo terrorismo.
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