Ecco l’aria che tira a Firenze.“ATAF Gestioni S.r.l. formalizza l’intenzione di sciogliere il contratto e Tecnobus, di conseguenza, dichiara oggi di ricorrere al licenziamento collettivo ed alla messa in mobilità di tutti i lavoratori. A questo si aggiungono i progressivi aumenti nel ritardo dei pagamenti da parte di ATAF Gestioni S.r.l., debitrice di circa 250 mila euro, e di ATAC S.p.A., l’Agenzia del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma che hanno indotto Tecnobus a manifestare l’intenzione di chiudere, oltre alla sede di Firenze, anche quelle di Roma, Frosinone e Napoli“. E’ questo il testo della lettera che la Cgil si è vista recapitare e che annuncia il licenziamento di decine di lavoratori della Tecnobus, la società che ha in appalto la fornitura e la manutenzione delle navette elettriche per conto di diverse aziende municipalizzate in varie città. “Non riscuotiamo lo stipendio ormai da tre mesi” denuncia Edoardo, uno degli autisti di Tecnobus “Chiediamo ad ATAF di sbloccare i pagamenti per evitare i licenziamenti. Da quando la società è stata privatizzata, cioè, dal 1° settembre 2012, ha fatto marcia indietro sui bus elettrici perché costano troppo e cerca di eliminarli per diminuire i costi con vetture a gasolio, a discapito dell’ambiente e della salute dei cittadini. E pensare che per monitorare il tasso di inquinamento dei quartieri del centro, l’Università di Firenze aveva scelto di posizionare proprio sui nostri bussini elettrici 2 rilevatori di polveri sottili”. La Tecnobus ha una quarantina di dipendenti e nel 2006 fu al centro di un duro scontro con la Fiom per il licenziamento di due delegate. Dei 26 minibus elettrici banditi nella gara d’appalto dell’agosto 2012, dall’allora società di trasporto pubblico fiorentina, solo 7 sono stati poi ufficializzati nella richiesta di fornitura, nonostante Tecnobus avesse pure concesso ad ATAF di dilazionare il pagamento dei veicoli su nove anni. Questa vicenda rende ancora una volta evidente come la privatizzazione delle aziende municipalizzate si ripercuoterà in termini di tagli ai servizi e all’occupazione prima nell’indotto e poi nelle piante organiche e nei servizi delle aziende privatizzate.
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