Tra i primi provvedimenti sul lavoro predisposti dal governo Renzi spiccano le modifiche al Dlgs 368/2001 sui contratti a termine, introdotte con il Decreto Legge n.34 del 20 marzo 2014. Dal testo di legge sono state cancellate definitivamente le ragioni di carattere “tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo” che motivavano il contratto a tempo determinato rispetto a quello a tempo indeterminato. E questo vale non solo per il primo contratto, ma per sempre ed in ogni caso.
Renzi e Poletti hanno costruito un impianto per il quale da oggi non esiste più alcun limite all’assunzione a termine, se non quantitativo (20% della forza lavoro) e temporale (36 mesi). Rimane nella legge l’enunciazione per la quale “il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato costituisce la forma comune di rapporto di lavoro”, ma in effetti si tratta di una scatola vuota, di una sterile enunciazione: la realtà è che nessuna azienda assumerà più a tempo indeterminato.
A questo proposito L’Unione Sindacale di Base ha reiterato la richiesta di incontro urgente con il ministro del Lavoro Poletti. Questo è il vero “regalo” di Renzi e Poletti ai lavoratori, non gli 80 euro promessi ma un carrarmato in marcia per distruggere diritti e normative sociali. Camusso, Bonanni e Angeletti hanno cloroformizzato il mondo del lavoro: è tempo invece che si riprenda parola con forza e si ricominci a lottare, costruendo una vera alternativa sindacale. L’opposizione sindacale a questi provvedimenti non si fa a parole nelle trasmissioni televisive, ma si costruisce sui posti di lavoro e nelle piazze, con le lotte e le mobilitazioni dei lavoratori.
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