Sciopero di 24 ore l’11 aprile dei lavoratori del gruppo Meridiana con manifestazione presso l’aeroporto di Olbia a partire dalle ore 11.00.
È questa la risposta dell’USB Lavoro Privato non solo per evitare i licenziamenti ma anche per richiamare tutte le istituzioni, nazionali e locali, all’impegno per uno sviluppo che assicuri un futuro industriale e salvaguardi davvero l’occupazione in un settore strategico.
Le prossime mosse saranno infatti decisive per il futuro dell’intero Trasporto Aereo italiano, diviso tra l’opportunità di cambiare rotta oppure implodere a causa del nanismo industriale e di una disoccupazione di dimensioni travolgenti.
L’accordo raggiunto nella crisi Electrolux – una vertenza che ha identiche dimensioni di quella di Meridiana – con il quale, in attesa di un piano industriale, si è salvaguardata l’occupazione attraverso il ricorso ai contratti di solidarietà e agli incentivi appena deliberati dal Governo, ricalca ciò che l’USB propone da mesi per evitare ulteriori emorragie occupazionali e per verificare tutte le opportunità industriali per il futuro del gruppo Meridiana.
Invece, mentre in Electrolux si salvano i posti di lavoro e si discute del futuro, Meridiana procede ad un bando interno con cui “incoraggia” i dipendenti a licenziarsi da Meridiana per essere riassunti, con contratto peggiorativo, dalla controllata AirItaly. Per favorire questo processo, si paventa il ricorso al “mercato esterno” nel caso in cui non ci siano sufficienti candidature interne, appellandosi tra l’altro al riconoscimento dell’anzianità ai candidati senza però menzionare l’articolo 2112 del Codice Civile, l’unica assicurazione concreta del rispetto di tale istituto.
Giorno dopo giorno, il piano di 1.200 licenziamenti entro il 2015, sponsorizzato dall’A.D. Scaramella, assume sempre più i connotati del ricatto e del dumping sul costo del lavoro, a prescindere dalle alternative concretamente disponibili, con la riedizione del più classico dei piani fallimentari: la creazione di una “bad” e di una “good” company.
Questa situazione assume sempre di più contorni quasi grotteschi, alimentando inevitabilmente un clima di tensione dei lavoratori e caratterizzando lo sciopero di 24 ore dei dipendenti del Gruppo Meridiana dell’11 aprile come un giorno di fortissima contestazione verso il piano della Meridiana.
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