Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia, convocato per domani, dovrà affrontare le condizioni poste dalla compagnia di Abu Dhabi. L’USB Lavoro Privato ritiene che l’alleanza contenga sicuramente elementi positivi dal punto di vista industriale e ricorda che fin dalle prime avvisaglie della privatizzazione Alitalia, nel 2006, aveva indicato proprio nello sviluppo dei voli intercontinentali e nella sinergia con vettori non concorrenti sul piano europeo, ma complementari sul piano internazionale, la giusta strada da percorrere per risollevare la compagnia italiana.
Oggi si arriva al confronto con Ethiad in condizioni penose, a causa di responsabilità manageriali, mancanza di controllo sindacale e di una politica completamente sbagliata dal punto di vista industriale.
Dopo appena cinque anni dalla mattanza occupazionale del 2008 si riparla di esuberi esorbitanti: non solo numeri drammatici in sé, ma calati in una realtà ancora più disastrosa, fatta di migliaia di altri esuberi in Meridiana, Sea, Groundcare, Windjet, ecc., senza dimenticare i 2.000 lavoratori ex-Alitalia che stanno finendo la mobilità senza alcuna prospettiva.
Si tratta di un totale di quasi 10.000 esuberi complessivi che, se sommati a quelli chiesti da Etihad, renderebbero ancora più ingestibile il problema in una nazione che, tra l’altro, vede il tasso di disoccupazione quasi al 14%.
La rabbia dei lavoratori della Groundcare in queste ore è solo il sintomo di una situazione che rischia di esplodere negli aeroporti italiani, tra fallimenti, stipendi non pagati e licenziamenti.
Secondo l’USB, spetta al Governo assumersi la responsabilità di affrontare il nodo drammatico dell’occupazione in un settore che rappresenta il 6° mercato mondiale, non attraverso l’utilizzo di ammortizzatori sociali, ma con piani per riconquistare il lavoro.
Oltretutto le prospettive di sviluppo futuro annunciate per Alitalia rendono incomprensibili gli esuberi strutturali, che invece dovrebbero essere riassorbiti in un futuro prossimo anche attraverso riqualificazione e riconversione del personale.
Per questo l’USB chiede “zero esuberi” e una politica nazionale che sappia dare risposte chiare e in controtendenza rispetto all’emorragia di posti di lavoro che sta distruggendo aeroporti e vettori di questo Paese.
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