Fermare il Jobs Act, il blocco dei contratti e l’attacco alla democrazia nei posti di lavoro, preparare uno sciopero generale “che faccia male ai padroni”. I sindacati conflittuali si trovano di fronte un governo e una entità apertamente ostile come l’Unione Europea che intende liquidarne ogni residuo di “rigidità” per consegnarli alla flessibilità totale in termini di lavoro e salario. Nel frattempo anche i sindacati complici, Cgil Cisl Uil, appaiono costretti a interrompere momentaneamente la loro collaborazione con l’establishment perché quest’ultimo dichiara di non averne più bisogno se non come strutture per i servizi. La palla passa dunque a quei sindacati conflittuali che non hanno ceduto in questi anni alle lusinghe dell’europeismo e della concertazione.
Qui di seguito c’è il testo la lettera inviata il 5 settembre scorso da USB a CAT, Confederazione Cobas, CUB, FIOM, ORSA, Rete28 Aprile, SiCobas, SlaiCobas, Unicobas e USI, per un incontro unitario che cominci a discutere e costruire iniziative unitarie nei prossimi mesi, compreso lo Sciopero Generale.A quanto risulta non tutti gli interlocutori, per ora, hanno risposto a questo invito al confronto. La riunione è prevista per oggi pomeriggio.
“Il Governo Renzi, ma più ancora la BCE e le istituzioni finanziarie europee, hanno deciso di gettare la maschera della prossima uscita dalla crisi e stanno elaborando un nuovo piano di aggressione al lavoro e ai lavoratori. La questione occupazionale, la stagnazione e la recessione tagliano le gambe al movimento dei lavoratori che non riesce a reagire collettivamente alle pesanti scelte del governo. Blocco dei contratti, nuove iniezioni di privato nella scuola, revisione in pejus della legislazione sul lavoro, fucile puntato nuovamente sulle pensioni e, per non dimenticare, una pesante regressione della già barcollante democrazia nei luoghi di lavoro attraverso il Testo Unico del 10 gennaio. Tutto ciò mentre i venti di guerra si fanno sempre più intensi e vicini e fanno prevedere ulteriori provvedimenti a sostegno dell’economia di guerra con parallelo ulteriore restringimento delle spese per welfare e della democrazia.
Le questioni che abbiamo succintamente indicato ci sembrano ampiamente sufficienti per cominciare a pensare a riempire di iniziative l’autunno e, più ampiamente, il semestre europeo a guida italiana.
Vi proponiamo quindi di incontrarci fra noi per verificare se esistono le condizioni per costruire momenti unitari, coinvolgendo ed entrando in relazione anche con i movimenti sociali e studenteschi, che arrivino fino alla costruzione di uno sciopero generale e generalizzato che incroci le scadenze dell’autunno. Vi proponiamo quindi di vederci il prossimo martedì 16 pomeriggio a Roma presso la nostra sede nazionale di viale Castro Pretorio 116 alle ore 17.00”.
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