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Oggi lo sciopero “a babbo morto” della Cgil. Scontri a Milano e Torino

AGGIORNAMENTI. Anche per Bologna il 12 dicembre è il giorno del tardivo sciopero generale: tre i cortei cittadini, numerosi gli edifici sanzionati e, complice la numerosa partecipazione allo sciopero di agenti della polizia municipale, traffico in tilt ovunque in città.
Mentre la piazza di CGIL, UIL e UGL si svegliava dal lungo letargo e in 5.000 riempivano la centralissima via Rizzoli al grido di “se cercate i licenziati siamo qua!”, i due cortei organizzati dai centri sociali hanno sfilato coesi e determinati verso gli obiettivi che si erano prefissati: uova e vernice su Carisbo, Carige e Unicredit, ma anche sulle agenzie di collocamento GiGroup e Adecco, per poi prendere simbolicamente d’assalto la Banca d’Italia, l’ufficio protesti della Corte d’appello, l’Hera e l’ufficio tirocini e stage dell’università di Bologna.
Una partecipazione non proprio alle stelle per i molti (troppi?) temi tirati in ballo: tutte ragioni legittime e giustissime per scendere in piazza, per carità, ma il senso di scioperare a partita chiusa rimane un mistero che non si riesce proprio a svelare..
 
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Momenti di tensione a Milano quando il corteo alternativo convocato dal Laboratorio dello sciopero sociale, è arrivato in piazza Duca d’Aosta davanti al Pirellone, sede del consiglio regionale. Sono esplosi alcuni petardi e la polizia ha usato i lacrimogeni e caricato i manifestanti con i manganelli. Una ventina di ragazzi vestiti da Babbo Natale ha scavalcato la recinzione del grattacielo Pirelli e intanto altri hanno iniziato a lanciare alcuni oggetti come pacchi di Natale, forbici di cartone e bottiglie. Le forze dell’ordine hanno lanciato i lacrimogeni e caricato gli studenti intorno alla stazione centrale.

A Torino si segnalano scontri tra polizia e manifestanti in corso Regina Margherita, all’altezza del Rondò della Forca. I dimostranti, che si erano staccati dal corteo di Cgil e Uil, hanno tentato di proseguire il corteo lungo il corso forzando il blocco delle forze dell’ordine, che hanno risposto con una carica di alleggerimento. Risultano fermati 9 manifestanti.

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A Roma nella giornata dello sciopero generale della Cgil, è stato occupato e poi sgomberato a fine mattinata un palazzo di lusso nella zona di via Regina Margherita. Si tratta di un “bene” sequestrato ad un imprenditore colluso con la cosca di San Luca, Federico Morcaccini. Quindi a tutti gli effetti un bene comune da restituire alla collettività. “Questo modo di recuperare stabili e destinarli alle necessità reali della città è anche il nostro modo di contrastare la gestione mafiosa dell’emergenza, per rilanciare la campagna contro la legge Lupi che intende vendere all’asta il patrimonio alloggiativo pubblico e che aggredisce le occupazioni per necessità negando il diritto alla residenza, all’energia elettrica e all’acqua” affermano in una nota gli occupanti che, dopo lo sgombero, hanno tenuto una conferenza stampa nei pressi del palazzo, in piazza Galeno. Gli studenti medi invece hanno sfilato in corteo dalla Piramide fino al centro per poi recarsi al Minsitero dell’Istruzione.

Oggi è il giorno dello sciopero generale proclamato da Cgil, Uil e Ugl. Sono previste manifestazioni in oltre 50 città. I sindacati ufficiali tranne la Cisl, nella piattaforma, chiedono al governo di “cambiare in meglio la legge sul lavoro” – il Jobs Act appena approvato – e la legge di stabilità, rimettendo il lavoro al centro. Lo sciopero arriva dunque quando, almeno in Parlamento, i giochi sui provvedimenti sul lavoro sembrano fatti. Le polemiche nei giorni scorsi sono salite verso gli esponenti della Cgil (Epifani, Damiano etc.) che come parlamentari hanno votato sì invece che votare contro il Jobs Act che oggi viene invece contestato in piazza.

Alla vigilia dello sciopero, la tensione tra sindacati e governo era schizzata verso l’alto a causa dell’intervento del ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi che aveva precettato i ferrovieri. Una decisione sulla quale l’esecutivo ha poi fatto marcia indietro, revocando la precettazione. Un precedente interessante se, anche in futuro, verrà applicata a tutti i sindacati e a tutte le convocazioni di sciopero e non solo a quelli convocati dalla Cgil.

La segretaria della Cgil Camusso parlerà al comizio di Torino, mentre il segretario della Uil Barbagallo parlerà a quello di Roma. A Milano dopo la manifestazione, i sindacati si ritroveranno in piazza Fontana per ricordare il 45° anniversario della strage di Stato. Landini invece parlerà al comizio sindacale di Genova. “Questo sciopero che in tutto il paese ha accolto anche il sostegno di altre organizzazioni sindacali oltre Cgil e Uil, dimostra con precisione che questo governo non ha il consenso della maggioranza del paese” ha detto Landini.

Severo invece il giudizio su questo sciopero da parte di Giorgio Cremaschi, ex dirigente storico della Fiom/Cgil. “Il ritardo vero dello sciopero sta nella incapacità del gruppo dirigente della Cgil di rompere con tutte le politiche di questi decenni” che pure ritiene importante questa giornata di mobilitazione dei lavoratori “È questo muoversi con il freno permanente della paura di scegliere e percorrere vie nuove che non va. Sono trenta anni che in Italia il lavoro perde diritti e salario, anche grazie a grandi accordi sindacali. O si capisce che è giunto per il sindacato, per la Cgil, il momento di cambiare strada, oppure lo sciopero generale sarà una parentesi di lotta e speranza tra due rese”.

Tra i sindacati di base e conflittuali l’unico a pronunciarsi sullo sciopero di oggi è l’Usb (i siti dei Cobas e della Cub non pubblicano posizioni in merito): “Perché la Cgil non ha scioperato il 24 ottobre quando lo ha fatto USB? Poteva addirittura anticipare il nostro sindacato, stupirci con effetti speciali e tentare di bloccare o almeno ostacolare l’approvazione dei provvedimenti del governo Renzi portando nelle strade italiane migliaia di persone ogni giorno!” scrive in una nota l’Usb “Scioperare contro una legge già approvata evitando con cura di tentare di bloccarla prima è un sacrilegio, ma farlo in presenza di una “legge delega” è un peccato mortale perché coscienti di aver lasciato al Governo carta bianca almeno per i prossimi sei mesi”.

Vedremo nella giornata come andrà lo sciopero e se la rabbia crescente dei lavoratori, dei precari e dei disoccupati avrà la possibilità di trasformarlo in una vera giornata di lotta, oppure se – come consuetudine – la Cgil farà ancora una volta da camera di compensazione tra “Mondo di sopra” e “Mondo di sotto” per depotenziare il conflitto e riportarlo, come auspicato, al tavolo della concertazione.

 vedi anche:

Le motivazioni dello sciopero secondo Martini (Cgil)

Cremaschi: “Così non va!”

Tomaselli. Sciopero Cgil. La rimozione dei cerchiobottisti

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