Al centro Namasté di Roma, destinato all’accoglienza dei richiedenti asilo su affidamento della Prefettura, sono stati di fatto licenziati tre lavoratori, di cui due iscritti all’Unione Sindacale di Base. Questi operatori, che come tanti addetti dei centri erano stati assunti con un contratto a tempo determinato, non sono stati riconfermati nel rapporto di lavoro.
L’USB aveva denunciato una scarsa qualità dell’accoglienza ed il cronico sotto organico degli operatori del Namasté, che è inoltre lo stesso centro del quartiere Ponte di Nona da cui sono stati espulsi 13 richiedenti asilo, ai quali sono state revocate le misure di accoglienza dopo aver protestato per l’interruzione e la carenza di alcuni servizi essenziali.
Il Namasté, precedentemente gestito dalla cooperative Eriches del Gruppo 29 Giugno, è stato commissariato dopo l’avvio dell’inchiesta “mafia capitale”. Attualmente la struttura ospita circa 80 persone, raggiungendo così la sua piena capienza. Già prima del commissariamento il centro di Ponte di Nona veniva gestito con organico insufficiente: soltanto 9 operatori, di cui uno, ufficialmente destinato ai corsi di italiano, veniva in realtà preposto ad altri compiti.
Attualmente nel Namasté sono stati ripristinati i corsi di italiano e reintegrata l’operatrice addetta a svolgerli. Tuttavia, con il mancato rinnovo dei tre, e nonostante l’assunzione di un nuovo operatore, il Namasté si troverà con un organico ancor più ridotto.
Inoltre al centro Frantoio, dove si accolgono minori immigrati non accompagnati, affidato dal Comune di Roma allo stesso Gruppo 29 Giugno, non sono stati di fatto confermati altri due operatori, di cui una ragazza iscritta all’USB che nei mesi scorsi si era particolarmente distinta nel denunciare le carenze dei servizi nel centro.
L’USB considera il mancato rinnovo dei contratti agli operatori dei due centri un atto discriminatorio ed anti sindacale e chiede l’immediata riassunzione di tutti i lavoratori. Chiede inoltre che venga ripristinato con urgenza almeno l’organico in forze prima del commissariamento, al fine di fornire un’adeguata assistenza agli utenti ed impedire che gli operatori sopravvissuti al massacro dei licenziamenti vengano sottoposti a quello dei turni.
In assenza di interventi in tal senso, l’USB riterrà responsabili e complici le Amministrazioni affidatarie del servizio, Prefettura e Comune di Roma, e adotterà tutte le necessarie azioni sindacali e legali.
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