Mobilitazione in corso sulle pensioni. Martedi 16 giugno, il Coordinamento nazionale unitario pensionati (Conup) attivato anni addietro dal’ex leader dei ferrovieri, Ezio Gallori, andrà sotto la sede del ministero dell’Economia e Finanze, in viua XX Settembre per “un presenziamento molto rumoroso”. Il Conup intende protestare contro il mancato rispetto della Sentenza della Consulta, contro il decreto Poletti-Renzi e per la difesa delle pensioni attaccate dall’ennesima riforma del sistema previdenziale che Renzi-Boeri stanno preparando!”. Anche l’USB Pensionati sarà in piazza domattina a Roma davanti al Ministero dell’Economia a partire dalle ore 10.30. Il presidio, indetto unitariamente dal Conup, è parte del percorso della campagna nazionale “Difendiamo le pensioni e riprendiamoci l’Inps”, condotta con la Confederazione USB.
Il mancato rispetto della sentenza n.70 della Consulta e la riproposizione di un decreto legge che ne vanifica la portata reale sono il segno di una precisa “strategia della pensione”, che il governo sta mettendo a punto non solo per non restituire i rimborsi ai pensionati, ma soprattutto per vanificare il diritto alla pensione di chi è ancora al lavoro e di chi lavoro non ha, per poter distruggere la previdenza pubblica e l’Inps. L’iter parlamentare per la conversione del decreto legge e le manovre congiunte di Boeri, Poletti, Padoan e Renzi sono il terreno sul quale l’USB Pensionati intende costruire l’opposizione sociale di pensionati, lavoratori, giovani senza lavoro, immigrati. Un ampio fronte per superare le divisioni introdotte ad arte tra le varie categorie sociali dal neoliberismo renziano, ammantato di riformismo unilaterale contro diritti e salario.
Il Comup ha scritto anche una lettera inviata a deputati e senatori che riportiamo integralmente perché spiega in modo chiaro e sintetico la partita in gioco.
“Siamo cittadini di tutta Italia che hanno dato vita ad un Coordinamento Nazionale, apartitico e apolitico, che riunisce pensionati, esodati e tutti i lavoratori, futuri pensionati, ai quali soprattutto è rivolto il nostro sforzo di difesa dei principi costituzionali in tema pensionistico.
“La sentenza n. 70 della Consulta ha sancito il principio che la proporzionalità e l’adeguatezza della pensione alla retribuzione debbano sussistere non solo al momento del collocamento a riposo, ma anche successivamente. Alla Consulta non è certamente sfuggito evidentemente che il provvedimento Monti/Fornero di congelamento totale della rivalutazione per gli anni 2012 e 2013 per le pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo si inseriva in un meccanismo perverso che prevedeva già parziali o nulle rivalutazioni fin dal 1996.
Il D.L. 65/2015 del Governo Renzi a seguito della suddetta sentenza, si limita a concedere qualche irrisorio arretrato escludendo totalmente i fruitori di una pensione superiore a 6 volte il trattamento minimo, irridendo la Corte Costituzionale e facendosi beffe dei pensionati del ceto medio che hanno svolto per una vita un’attività lavorativa all’insegna della correttezza contributiva e fiscale.
Sarà sufficiente dare uno sguardo al riepilogo allegato sul meccanismo di rivalutazione automatica delle pensioni per capire che c’è un intento chiaro da parte degli ultimi Governi ed in particolare di quello attuale: tutte le pensioni devono tendere nel piu’ breve tempo possibile ad adeguarsi a tre volte il trattamento minimo”.
La chiara volontà di frammentazione sociale si esprime con il tentativo di dividere i pensionati sui rimborsi, attaccando il calcolo retributivo e trasformando la percezione dei diritti in privilegi. La battaglia per i rimborsi totali e in unica soluzione è un passaggio ineludibile per costruire un percorso che affronti la questione delle pensioni da miseria, la conduzione dell’Inps e la nuova gestione Boeri, il diritto alla pensione dei giovani, che non si realizza togliendola a chi l’ha maturata ma con una politica salariale degna di questo nome. Il 16 giugno sarà dunque un primo momento di mobilitazione di pensionati e lavoratori per questa battaglia.
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