É passata un po’ in sordina l’ennesima, umiliante, genialata avvenuta a Torino durante “Iolavoro”, la fiera del lavoro (anzi, la job fair) disegnata per far incontrare giovani e aziende.
Leggiamo dalla “Stampa” del 30 Ottobre: Ragazze che truccano loro coetanee, giovani che riparano motori, altri che si danno da fare ai fornelli o sono alle prese con torte e pasticcini mentre, accanto a loro, c’è chi crea un progetto grafico al computer. I campionati piemontesi di WorldSkills hanno selezionato gli undici vincitori che adesso affronteranno la seconda fase della gara per entrare a far parte del team che parteciperà ai Campionati Nazionali di Bolzano e agli Europei di Gothenburg, in Svezia. Per tre giorni studenti, apprendisti e lavoratori, tra i 17 e i 24 anni, si sono sfidati in undici mestieri, acconciatore, cameriere, cuoco, estetista, grafico, meccanico, muratore, operatore socio sanitario, pasticcere, receptionist e sarto.
C’è, in effetti, una sinistra logica dietro questa che, a prima vista, potrebbe sembrarci una vera e propria cazzata. In un periodo in cui la disoccupazione giovanile permane ben salda sopra il 40 per cento ottenere un posto di lavoro è un po’ come vincere a un talent show. È la logica dell’1 su 1000 che ce la fa (e gli altri mille rimarrano precari a vita).
Rifiutarla e combatterla è il primo passo per uscire da questa deprimente fase politica.
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